Politica
19 Ottobre 2014
Il segretario Cariani risponde alle accuse di Delfina Tromboni: "Il problema del partito è la presenza di gente come lei"

“Caso Soffritti”, bufera nel Pdci

di Redazione | 4 min

soffrittiLa notizia dell’appoggio di Roberto Soffritti a Bruno Tabacci a sostegno di Stefano Bonaccini per le elezioni regionali, nonostante la smentita dello stesso Soffritti, non ha mancato di creare un polverone e qualche attrito all’interno del Pdci. In particolare a Italo Cariani, il segretario comunale della Federazione di Ferrara dei Comunisti, non sono piaciuti affatto i commenti al primo articolo di Estense.com postati da Delfina Tromboni, a partire dalla frase “Il vecchio Pdci ferrarese è impazzito”.

Cariani contrattacca e risponde a Delfina Tromboni, che definisce “rivoluzionaria da tastiera” che “oltre a perdere le buone maniere” avrebbe perso di vista “la realtà e la verità dei fatti”, arrivando a dire che “in un partito come il Pdci a Ferrara, con all’attivo 240 tessere già fatte, il problema è la presenza di gente come la Tromboni. Se è vero che “dire la verità è un atto rivoluzionario”, allora “la vera macchietta è chi crede in una realtà che non esiste”.

La “verità che non esiste”, secondo Cariani, è quella degli “errori grossolani” messi in fila dalla Tromboni, con “accuse inconsistenti e ipocrita disinformazione, da parte di una persona, peraltro, che da un anno non partecipa ai lavori del Pdci e non è, evidentemente, al corrente di quanto accade al suo interno”. Delfina Tromboni aveva scritto che Soffritti non è da tempo tesoriere nazionale Pdci, affermazione che Cariani bolla come falsa: “Roberto Soffritti nel febbraio del 2014 ha presentato le sue dimissioni, a seguito delle quali fu diramata la notizia secondo cui le funzioni del Tesoriere sarebbero state assunte collegialmente dalla Segreteria nazionale del Partito. Tuttavia, in quell’occasione fu compiuto un errore madornale poiché quella funzione deve, secondo la legge, essere esercitata da una sola persona che diviene il legale rappresentante dell’organizzazione. Non a caso, l’elezione del Tesoriere, da parte del Comitato Centrale, deve essere poi ufficializzata da un atto notarile da cui derivano effetti giuridici. Non essendo mai avvenuta la sostituzione in termini di legge, il Tesoriere in carica, per quanto dimissionario, è tuttora Soffritti. Ebbene, persino “la costruzione del partito comunista del XXI secolo” non può prescindere dal sistema di norme che regola la vita del Paese”.

Quanto alle scelte politiche alle quali ha fatto riferimento la Tromboni parlando di Soffritti, Cariani fa presente, come dallo stesso ex sindaco di Ferrara già precisato, che “nessuno ha mai pensato di impegnare nessun altro; peraltro Soffritti non è mai passato con Tabacci, né ha bisogno di Tabacci per sostenere Bonaccini. La Federazione di Ferrara ovviamente compie le sue scelte politiche in autonomia”. “Dunque – aggiunge Cariani – non risponde al vero che Soffritti ha fatto un’altra scelta. Il Pdci si è “semplicemente” adeguato a quello che è accaduto in rapporto a “L’altra Emilia-Romagna”, salvo poi restare fuori dai giochi”.

Cariani affronta poi la questione di Mario Pedaci, chiamato in causa dalla Tromboni nel suo commento su Estense.com (disse che “Pedaci (non iscritto) tratta a Cento per il Pdci, ma non può rappresentarlo”), spiegando che “la vicenda va valutata alla luce di quanto accade da oltre un anno a questa parte. Il vicesindaco di Cento ha lasciato il Partito poiché ha ritenuto che, dopo il Congresso di Chianciano, fossero venute meno le condizioni che l’avevano spinto ad aderire. Invece, Marco Ferrari, il sindaco di Formignana, è andato in lista con Sel, ha chiesto di non rinnovare la tessera”.

“Questi casi – conclude Cariani – stanno a dimostrare, a ben vedere, che in questo Partito è successo qualcosa su cui bisognerebbe riflettere seriamente. Evidentemente si è percepiti “lontani dalla realtà”, di conseguenza alcune personalità finiscono per fare scelte politiche alternative. Curioso, poi, doverlo spiegare a una specialista dei cambi di casacca. A chi vuole costruire il partito comunista del XXI secolo con queste parole d’ordine va ricordato che “la verità può essere più crudele della caricatura”. E la verità è che in un partito come il Pdci a Ferrara, con all’attivo 240 tessere già fatte, il problema è la presenza di gente come la Tromboni. Se è vero che “dire la verità è un atto rivoluzionario”, allora la vera macchietta è chi crede in una realtà che non esiste. Per concludere, come diceva Flaiano, «la situazione è grave ma non seria»”.

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