Eventi e cultura
28 Settembre 2014
Il diario di prigionia in Siria, "Il paese del male", si è aggiudicato l’Aquila d’Oro 2014. Premiazione al Comunale

Il Premio Estense va a Quirico-Piccinin da Prata

di Redazione | 4 min

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È stata l’edizione di grandi numeri, quella del Premio Estense 2014: sono 50 le Aquile d’Oro consegnate dal concorso dedicato all’attività giornalistica istituito da Unindustria Ferrara nel 1964, 38 i nomi nella lista dei candidati di quest’anno e 30 le edizioni del premio ‘Gianni Granzotto – uno stile dell’informazione’. Quattro le opere finaliste e nove i componenti della giuria tecnica che le hanno selezionate a giugno scorso; e poi 40, quali sono i ferraresi che hanno composto la giuria popolare che, ieri mattina, congiuntamente alla giuria tecnica (formata da Mario Calabresi, Monica Maggioni, Giovanni Morandi,  Gianni Riotta, Stefano Scansani, Folco Quilici, Marcello Sorgi, Alberto Faustini e Roberto Napoletano), ha designato quale vincitore del Premio Estense 2014, il volume di Domenico Quirico e Pierre Piccinin da Prata, ‘Il paese del male. 152 giorni in ostaggio in Siria’ (edizioni Neri-Possa Bloom).

Un riconoscimento prestigioso, quello dell’Aquila d’Oro Estense, che Domenico Quirico non vuole si riferisca “a noi, alle nostre parole, ma alle persone che vivono la tragedia e la sofferenza siriana ogni giorno, un riconoscimento per non dimenticare ciò che sta accadendo”: le sofferenze della prigionia in Siria vissute in prima persona dal giornalista de La Stampa e dallo storico belga Pierre Piccinin Da Prata sono raccontate “prima con il cuore – come precisa lo stesso Piccinin – e poi con il pensiero, e diventano analisi politica ed umana”. Il lungo applauso che consegue alla proclamazione del 50esimo vincitore sancisce l’universalità di una “vicenda personale che però si lega alle oltre 2 milioni di persone che soffrono la stessa situazione da quattro anni”, e il merito della scrittura vivida dei due autori è quello di “aver reso la Siria il luogo dell’anima – precisa il direttore de Il sole 24ore Roberto Napoletano – e aver raccontato del male conosciuto da dentro”. Le mani del numeroso pubblico tornano poi ad applaudire le parole decise del giornalista Quirico, il quale sottolinea che “il diritto di scrivere, il diritto della parola consegue solo all’esserci, al condividere un’esperienza”, e a quelle commosse di Pierre Piccinin, che ringrazia l’Italia “per avermi salvato, quando invece il mio paese non ha mosso nulla”.

È davanti alla platea di un Teatro Comunale ‘Claudio Abbado’ gremito di autorità e pubblico, che il Premio Estense si fa ancora una volta promotore di quel connubio tra “imprenditoria e cultura umanistica – queste le parole del presidente di Unindustria Ferrara Riccardo Maiarelli, nel discorso d’apertura – che è il solo equilibrio capace di costruire uno sviluppo duraturo” e la cerimonia, presentata dal vice direttore TG5 Cesara Bonamici, si fa occasione di una polifonica riflessione sull’attività giornalistica e sul sapere. Dunque, dopo la premiazione dei tre finalisti al Premio Estense Scuola (vincitori: classi III A, III C, IV C dell’Istituto Aleotti con “Il sogno”) e la consegna di una targa commemorativa alle figlie del dottor Giorgio Piacentini, ideatore del premio, si è continuato a sottolineare come “la vera risorsa produttiva italiana, la sua materia prima, sia il patrimonio culturale”. Così, tra le maglie di una conoscenza a tutto tondo, si dispiegano le presentazioni dei quattro finalisti, dalla “visione da europeisti critici” di Alessandro Barbera e Stefano Feltri, autori dell’inchiesta finanziario-politica ‘La lunga notte dell’euro. Chi comanda davvero in Europa’ (Rizzoli Editore), al fascino dei “grandi nomi e autorevoli sconosciuti di cui è raccontata – interviene lo scrittore Folco Quilici – la straordinaria umanità, nella loro eccentricità” di ‘Wunderkammer’, opera di Giuseppe Marcenaro edita per Aragno. E ancora, l’importanza della parola viene a trovare massima espressione nella disamina di Pierluigi Battista, autore di un “libro sugli uomini, e sui nemici della libertà”, quale è ‘#I libri sono pericolosi perciò li bruciano’ (Rizzoli).

La 30esima riproduzione argentea della colubrina ‘La Regina’, il riconoscimento istituito in memoria di Gianni Granzotto e che fu consegnato anche a Indro Montanelli ed Enzo Biagi, è stata quest’anno assegnata alla giornalista e conduttrice televisiva Milena Gabanelli, a premiarne la “correttezza, l’impegno e la professionalità con i quali si è distinta nel campo dell’informazione”: con il sorriso e una sana dose di autoironia, la conduttrice di Report, incalzata dalle domande di Cesara Bonamici, ha sottolineato come il giornalismo investigativo “sia la mia patologia, e io non faccia altro che svolgere il mio lavoro”, inchiesta dopo inchiesta, senza fermarsi se non “laddove ci sia una balla”. Una attività, quella giornalistica, che è “essenziale per il paese – sottolinea Marco Gay, presidente giovani industriali Confindustria – perché si concretizzi nel quotidiano”, ma che, forse, tende “a denunciare sempre, ad essere positiva mai”: a conclusione della cerimonia, l’intervento dell’on. Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e del Turismo, ha infatti evidenziato la necessità “di ritrovare un sano orgoglio nazionale che gridi a gran voce che la cultura è una straordinaria possibilità per l’Italia”. Perché se è vero che “la politica nazionale, in modo trasversale, ne ha ignorato l’importanza”, il patrimonio culturale è però “la vocazione della nostra economia – continua il ministro – e lo strumento grazie al quale rialzarci in un mondo ormai globalizzato: mi spiace che l’unico a destinare parole positive all’Italia, questa sera, sia stato un non italiano (Pierre Piccinin, nel ringraziare lo Stato italiano per le operazioni che ne hanno permesso la liberazione, ndr)”.

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