15 Luglio 2014
La risposta del direttore generale sul taglio dei posti letto alla presentazione della nuova organizzazione oncologica

Rinaldi replica all’Anaao: “Accuse strumentali”

di Redazione | 4 min

gabriele Rinaldi“A loro non andrà bene che abbiamo trattato delle persone, che ne stiamo curando, che siamo in un ospedale che è partito. Probabilmente questo non piace”. Va sul personale il direttore generale Sant’Anna Gabriele Rinaldi per rispondere alle denunce lanciate ieri dal segretario aziendale Anaao Lucio Trevisani e dal suo predecessore Pierluigi Api, che avevano lamentato la chiusura di posti letto in estate, il ricovero di pazienti in reparti diversi da quelli che li hanno in cura, l’allungamento per questo dei tempi d’attesa per gli interventi programmati, anche gravi.

“Hanno preso la linea di svalutare il lavoro dei loro colleghi medici e degli infermieri. È evidente che la loro è una posizione strumentale: prendono un’istantanea per dare dei giudizi”, ha continuato, arrivando ad adombrare la possibilità che qualcuno non abbia nemmeno troppa voglia di lavorare: “Capisco che qualcuno dica che si stava meglio quando l’occupazione dei letti era al 76%, mentre adesso siamo all’88%”.

Ma che almeno una delle denunce Anaao abbia messo il dito in un problema aperto pare confermato: si tratta dei tempi d’attesa per il programmato grave, ad esempio tumori del colon retto o del seno. Api e Trevisani, nella conferenza stampa di ieri, avevano riferito che la Regione ha chiesto all’Azienda ospedaliera perché non sta rispettando il limite di 30 giorni fra diagnosi e intervento. “La Regione fa queste indagini da sempre – ha risposto stamani Rinaldi –: lo scorso anno abbiamo eseguito 380 interventi per cancro alla mammella e la Regione ha svolto un’indagine su 83. In questo cupio dissolvi che li caratterizza, Api e Trevisani prendono qualche dato a caso. Significa che è tutto in ordine, allora? – si è chiesto lo stesso dg –. No, sappiamo che sui tempi d’attesa questa Provincia ha un problema importante, a cui stiamo lavorando da tre anni con l’obiettivo di portarli nei termini, e il trend è in miglioramento”. Ha anche precisato che i 30 giorni non vanno calcolati a partire dalla diagnosi, ma dall’indicazione dell’opportunità di un intervento chirurgico.

Quanto ai posti letto, le chiusure nelle estati passate furono anche superiori: “136 letti nel 2010, 111 nel 2011 – ha snocciolato –, e non ci risulta di patologie non trattate. I letti tampone andrebbero chiamati flessibili, perché sono in funzione del paziente, e non abbiamo certo mai ricoverato un paziente geriatrico in Pediatria o un uomo in Ginecologia. E nessuno dei reparti accorpati in questo periodo ha a che fare con la Terapia Intensiva o con la Chirurgia d’Urgenza”.

La replica di Rinaldi è avvenuta durante la presentazione della nuova organizzazione oncologica nella Provincia, che unisce le Aziende Usl e Ospedaliera. “In concreto avviamo tre cose – ha spiegato il direttore sanitario Ausl Mauro Marabini –: la nuova Centrale per la produzione dei farmaci antiblastici, la Breast Unit, che è un percorso, una modalità di operare, e infine il servizio unico oncologico di questa provincia”. L’omologo Sant’Anna Andrea Gardini ha ricordato che ogni anno nel Ferrarese vengono diagnosticati in media 2.900 tumori (“è un’incidenza alta”), di cui in media circa 400 alla mammella: “facendo passare le persone attraverso percorso prestabiliti ridurremo la mortalità”.

“Creiamo un sistema basato su un hub e su tre spoke – ha dettagliato il primario dell’Oncologia Antonio Frassoldati –: i centri periferici, vale a dire i day hospital oncologici di Argenta, Cento e Lagosanto, faranno la prima presa in carico e la diagnostica di primo livello, mentre a Cona verranno decisi ed eseguiti i trattamenti multidisciplinari”. Una novità della nuova organizzazione, infatti, sono gli incontri che una volta a settimana (di lunedì) terranno tutti gli specialisti coinvolti nel trattare il paziente, visto che si tratta di una patologia tipicamente a cavallo tra più specialità (“almeno dodici” ha contato Frassoldati).

Per quanto riguarda il tumore alla mammella, si incontreranno dunque regolarmente il senologo, l’anatomopatologo, l’oncologo, il chirurgo e il radioterapista, ai quali potrebbero essere invitati ad aggiungersi altre figure, come il medico di medicina generale. “Si uscirà da quegli incontri con un referto e un verbale che sintetizzerà ciò che è stato analizzato” ha spiegato Sonia Succi, coordinatore assistenziale del percorso diagnostico terapeutico assistenziale. Altra novità è infine l’introduzione del case manager, un infermiere a cui la paziente potrà rivolgersi e che la accompagnerà.

Intanto, da qualche settimana, la Centrale per la produzione di farmaci antiblastici prepara i dosaggi personalizzati per gli ospedali di tutta la Provincia.

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