Politica
9 Luglio 2014
La Corte d'Appello capovolge sentenza di primo grado: il tre volte governatore Pd colpevole di falso ideologico

Errani condannato a un anno si dimette

di Marco Zavagli | 5 min

erraniVasco Errani viene condannato a un anno con la condizionale per falso ideologico e si dimette. La sentenza di appello in rito abbreviato ha capovolto il processo di primo grado che lo aveva assolto con formula piena nella vicenda Terremerse. L’accusa (che ha chiesto due anni contro i 10 mesi del primo grado) lo vuole colpevole per un finanziamento della Regione alla cooperativa guidata allora dal fratello Giovanni per la costruzione di una cantina ad opera della cooperativa Terremerse e un finanziamento di un milione di euro ottenuto dalla Regione.

L’ipotesi di falso nasceva da un documento scritto da Errani e inviato a suo tempo alla procura in cui si giustificava quel finanziamento contestato da più parti. Secondo la magistratura quel documento avrebbe avuto lo scopo di ridimensionare la posizione del fratello con particolari non corrispondenti al vero in merito alla ricostruzione dei fatti.

Condannati insieme al tre volte governatore anche i funzionari regionali coimputati Filomena Terzini eValtiero Mazzotti. Per loro la pena è di un anno e due mesi, con la condizionale.

“E’ un momento di amarezza. Ma per prima cosa non parlo di me – dichiara Errani -. Parlo della Regione, perché il mio compito è tutelare l’istituzione, il suo onore, la realtà pulita e di esempio a tanti che è questa Emilia-Romagna. Ho sempre messo l’istituzione davanti ad ogni altra considerazione – a me stesso –  e non cambio ora. Non si faccia nessuna confusione: quanto subisco io personalmente non diventi fango per l’istituzione”.

Per questo il presidente intende rassegnare subito le dimissioni, “e nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto specifico. Piena innocenza”.

Errani annuncia infatti che farà ricorso in Cassazione “prevalga questa semplice verità. Le mie dimissioni sono dunque puramente un gesto di responsabilità. Ad esse unisco il ringraziamento a collaboratori, istituzioni, organi dello Stato, forze sociali ed economiche, perché con tutti c’è stata una collaborazione significativa e costruttiva. A tutti, ancora grazie ed un augurio di buon lavoro”.

Intanto l’Emilia-Romagna si prepara ad andare al voto con un anno di anticipo. Le dimissioni volontarie del presidente della Regione, infatti, comportano le dimissioni della giunta e lo scioglimento del’assemblea legislativa.

“A differenza di tanti suoi simili, Errani non ci ha pensato un attimo e questo gli fa onore. Meno, il motivo per cui è stato condannato, fatto gravissimo per chi amministra ai vertici la cosa pubblica – commenta a caldo il consigliere regionale del M5S Andrea Defranceschi -. Ora, per lo stesso senso di responsabilità che ha dichiarato, si vada a nuove elezioni subito. Questa Regione non si può permettere un commissariamento, visto tutto ciò che c’è in ballo, in primis l’approvazione del Piano Rifiuti, del Piano di Sviluppo rurale, quello dei Trasporti e quello Energetico regionale. Tutte scelte politiche di lungo corso che incideranno sui decenni a venire e che non può certo prendere un Commissario. Questa conclusione – conclude il consigliere grillino – seppur in attesa della sentenza definitiva in Cassazione, dimostra che di trasparente in questa amministrazione c’è ben poco. Questa Regione merita molto di meglio. Si preannunciano tante nuove stelle”.

Per il consigliere regionale di FI Fabio Filippi “la sentenza pronunciata dalla Corte d’appello di Bologna ci fa comprendere la gravità della situazione: la magistratura ha confermato, al di là di ogni dubbio, i danni all’erario pubblico per il finanziamento da un milione di euro concesso in modo illegittimo dalla Regione alla cooperativa agricola Terremerse, presieduta nel 2006 dal fratello di Errani, Giovanni. In aula – prosegue Filippi – non ho mai fatto sconti al presidente Errani, intervenendo per primo su questa delicata vicenda. Nonostante avessi ricevuto pressioni in senso contrario, decine sono stati gli atti ispettivi presentati alla Giunta sul caso Terremerse. I responsabili dovranno risarcire i contribuenti per il danno procurato, apprezziamo la scelta dimissionaria del presidente Errani, per noi unica strada percorribile. Conosco Errani da tanti anni – conclude il consigliere azzurro – umanamente dispiace che sia finita in questo modo, ma da oggi in Emilia Romagna si volta pagina”.

Dichiarazioni in difesa di Errani arrivano in vece dal segretario generale della Cgil Emilia Romagna Vincenzo Colla: ““Ho avuto modo in questi anni di conoscere l’uomo e l’amministratore Errani – afferma Colla -. Penso sia una delle persone più qualificate e competenti nella gestione politica amministrativa. Ha sempre rappresentato un modello di relazioni istituzionali con il mondo associativo, dimostrando grande sensibilità ai temi del lavoro, che hanno consentito a questa regione di ottenere risultati di esempio per l’intero Paese”.

“Conosco bene Errani – afferma il consigliere regionale del Pd Roberto Montanari – è una persona onesta, capace, che ha, come è evidente anche in queste ore, un altissimo senso del dovere e di servizio alle istituzioni democratiche. Sono certo che la sua innocenza sarà dimostrata in tribunale con l’ultimo grado di giudizio”.

In serata arriva anche la dichiarazione di Confindustria che esprime “convinto apprezzamento per la decisione di non sovrapporre le proprie vicende personali con la vita e il ruolo delle Istituzioni regionali e considera tale scelta come atto di dignità personale e di coerenza con il suo profilo e percorso politico e istituzionale. Le preannunciate dimissioni, se confermate, hanno conseguenze rilevanti su dossier fondamentali come la responsabilità commissariale del terremoto e quella relativa ai Fondi strutturali Europei che richiederebbero, viceversa, continuità di gestione. Esse, inoltre, renderebbero inevitabili la conclusione anticipata della legislatura, la decadenza degli organi di governo e nuove elezioni. Gli imprenditori della regione ritengono che, in tale eventualità, ciò debba svolgersi con la massima tempestività, riducendo al minimo il periodo di transizione e di mera amministrazione ordinaria. La tuttora preoccupante situazione economica, occupazionale e sociale richiede cure straordinarie e risposte urgenti, adeguate ai profondi cambiamenti in atto e alle sfide che il Paese e la nostra Regione deve saper cogliere e vuole affrontare. Perciò – conlcude Confindustria – è necessario avere nel più breve tempo possibile conferma di un Governo regionale nella pienezza delle proprie funzioni e responsabilità”.

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