Politica
7 Luglio 2014
Monia Benini, dai Comunisti italiani a Strasburgo per Grillo

Ex segretaria Pdci capo stampa M5S in Europa

di Redazione | 6 min

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Monia Benini con Nigel Farage

Monia Benini con Nigel Farage

Monia Benini, ex segretaria del Partito dei comunisti italiani, federazione di Ferrara, è ora coordinatrice dell’area stampa del Movimento 5 Stelle all’europarlamento. Lo si è appreso attraverso la classica fuga di notizie, un ‘leak’ che ha fatto girare per la rete un documento con gli stipendi (per un totale di oltre 104mila euro) che percepiranno le 23 persone chiamate dalo staff di Grillo e Casaleggio a gestire la comunicazione istituzionale dei 17 europarlamentari grillini.
Tra i 23 nomi spunta quella della Benini, nome ben conosciuto alle cronache politiche locali e che può lasciare quantomeno sorpresi all’inizio, anche se l’attivista ferrarese già da un po’ dimostrava un certo feeling col Movimento, stante le sue partecipazioni come relatrice in meetup ed incontri vari organizzati proprio dai grillini da almeno un anno, come lo scorso maggio ad Argenta.

Nel curriculum presente sul suo sito personale si legge della sua attività di traduttrice freelance, della seconda laurea (la prima, a Padova, fu in Lingua e Letterature straniere con il massimo dei voti) presa l’anno scorso in Giornalismo e nuovi media all’università di Ferrara, dei libri pubblicati. Manca nel sito però il riferimento all’incarico ricoperto nel Pdci di Ferrara, per il quale fu segretaria provinciale.
Vero è che la diretta interessata non è una eletta, ma il suo passato potrebbe cozzare con il presente alla luce del famoso articolo 5 del ‘non statuto’ del M5S, quello che fece cacciare Tavolazzi. “Il MoVimento – recita l’art. 5 – è aperto ai cittadini italiani maggiorenni che non facciano parte, all’atto della richiesta di adesione, di partiti politici o di associazioni aventi oggetto o finalità in contrasto con quelli sopra descritti”. Per oggetto e finalità si intendono quelli indicati all’art. 4: “Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi”. Ebbene, fino all’8 giugno la Benini era presidente dell’associazione politica Per il Bene comune.

Andiamo con ordine. L’ingresso in politica della nuova responsabile comunicazione di Bruxelles non è affare recente avviene con il Pdci nei primi anni duemila. Prima entra in consiglio comunale a Portomaggiore. Coi comunisti prende posizioni, sposa le posizioni dell‘ex senatore Fernando Rossi, e inizia a salire i gradini del partito: nel 2004 diventa presidente del Cda di Amsefc, la società di gestione dei servizi cimiteriali del Comune di Ferrara, e le viene affidato l’incarico di segretario provinciale del partito.

Nell’autunno del 2006 lascia il Pdci e la sua segreteria dopo un’estate di veleni tra i sostenitori di Soffritti e quelli di Rossi, finendo sconfitta. Ma l’incarico in Amsefc resiste, anche se non per molto: a marzo del 2007 finiscono i rapporti con la municipalizzata e un mese dopo la Benini inizia a fare la spola tra Ferrara e Roma al seguito di Rossi (eletto senatore coi comunisti italiani), del quale nel frattempo è diventata collaboratrice parlamentare. Incarico questo che durerà solo 8 mesi, fino al gennaio del 2008.

Nel frattempo, sempre con Rossi al seguito, fonda Officina Comunista, che si scioglie nel settembre 2007. Dalle sue ceneri nasce una nuova associazione, il Movimento Politico dei Cittadini. Anche questo ha breve durata, soppiantato daPer il Bene Comune‘, un “movimento politico di liberazione (…) per l’Italia e gli italiani”, di cui è stata presidente fino all’ultima assemblea nazionale, tenuta il mese scorso. Il movimento si presente come un contestazione dell’allora sistema politico “che subisce l’occupazione politico, economica, militare e culturale degli Stati Uniti d’America” e si scaglia contro le non meglio ‘logge massoniche’ e ‘lobby affaristiche’. Per il Bene Comune fa anche una sua lista alle politiche del 2008. Il candidato premier è Stefano Montanari, ricercatore modenese noto grazie a un tour in giro per l’Italia con Beppe Grillo nel 2006 per acquistare un microscopio elettronico capace di analizzare le nanoparticelle che escono da turbogas e inceneritori. Alle elezioni non supererà lo 0,33 percento, ma l’avventura non si conclude: Per il Bene Comune si rivolgerà poi alla magistratura nel 2012 contro il Partito Democratico per l’uso del loro marchio durante le primarie ‘Italia. Bene Comune’, quelle stravinte da Bersani.

Dopo le politiche del 2008 la Benini si lancia nella sua carriera da scrittrice, sposando tutte le battaglie dei movimenti cospirazionisti, da quella contro le scie chimiche alla denuncia del controllo della crescita della popolazione alla sanità (lo “sterminio segreto”), dalle magagne delle multinazionali in combutta con i pediatri per i vaccini al matrimonio gay, che sarebbe portato avanti da lobby finanziate da Goldman Sachs e JP Morgan Chase anche in questo caso per favorire il decremento della popolazione mondiale. Da questo impegno nascono quattro libri: La guerra dell’Europa, Risvegliàti, Liberarsi dalla dittatura europea e Sterminio segreto. Su internet i suoi video, le sue interviste i suoi lavori non si contano.

Da segnalare anche la sua tentata partenza nel 2010 con la Freedom Flottilla, serie di navi cargo cariche di aiuti umanitari destinati ai palestinesi le quali, dopo aver tentato di forzare il blocco della striscia di Gaza furono abbordate da un numero imprecisato di soldati dell’Idf, l’esercito israeliano, e oggetto di un’operazione militare che contò nove vittime e una sessantina di feriti. Fu solo per un caso fortuito che lei e Ferdinando Rossi non fossero sulle navi: le autorità greco-cipriote bloccarono i due poche ore prima della partenza a causa di alcune irregolarità burocratiche.

Poi l’avvicinamento ai 5 Stelle: inviti a meetup, presentazioni di libri in eventi organizzati dal Movimento, soggetto di interviste di Carlo Messora (il consulente per la comunicazione del Movimento 5 Stelle). Ora l’assunzione, per il secondo partito italiano in Europa, di un incarico all’Europarlamento. E questo nonostante il background tutt’altro che apolitico (di Tavolazzi ad esempio Grilo disse che aveva “la testa a forma di partito”. E non erano parole spese come un complimento).

Monia Benini, contattata da estense.com, si limita a dire che “non c’è incompatibilità, perché sono stata assunta dal parlamento europeo; rivesto un ruolo tecnico che è quello di coordinatrice dell’area stampa e del knowledge base, ovvero la formazione di base. Inoltre non sono più presidente di Per il Bene Comune dall’assemblea nazionale dell’8 giugno”. E mentre vige il più stretto riserbo sulle modalità della sua entrata nella galassia del Movimento 5 Stelle (“no comment” è l’unica risposta che concede), Fernando Rossi, suo sponsor politico da sempre, fa sapere che “Monia non ha aderito al Movimento 5 Stelle. La sua è solo una collaborazione tecnica”.

Eppure da non iscritta scrive editoriali sul blog di Grillo, come quello titolato “Immigrazione e tabù”, dell’ottobre 2013, che termina con una dichiarazione di principio: “Il M5S non è di destra né di sinistra. Non ha preso né prenderà accordi né con il Pd né con il Pdl”. Non male come presa di posizione per una estranea.

Nel frattempo, sebbene poco sbandierata, della collaborazione tecnica con la Benini qualcosa già rimane: su Facebook spopola tra i suoi seguaci la foto con Nigel Farage, leader dell’Ukip, movimento politico inglese con il quale i grillini hanno cominciato a collaborare al parlamento europeo, che secondo la Benini “sta facendo una battaglia esemplare”.

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