Politica
13 Maggio 2014
Il deputato FdI 'incorona' Balboni e trascura - o ignora - la candidatura alle amministrative di Fersini

La Russa:”L’unità ferrarese esempio per il centrodestra”

di Redazione | 3 min

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da sx: Alberto Balboni, Ignazio La Russa, Paolo Spath

L’orgoglio della destra ferrarese si è condensato ieri pomeriggio alla Caffetteria Castello, dove una sessantina di persone ha ascoltato l’intervento di Ignazio La Russa – in città per la campagna elettorale – seduto a fianco di Alberto Balboni (candidato all’Europarlamento), Mauro Malaguti (consigliere regionale e candidato in Consiglio comunale) e Paolo Spath (portavoce provinciale e anch’egli candidato al Consiglio comunale). Vittorio Anselmi, il candidato sindaco sostenuto anche da Fdi, se n’è andato pochi minuti dopo l’inizio dell’incontro, dopo aver ascoltato Balboni definirlo “il più leale uomo di Forza Italia che abbia mai conosciuto”.

Ovviamente per Fratelli d’Italia l’avversario è la sinistra, ma in questa campagna elettorale (in cui per Fdi la sufficienza è quel 4% che le consente di eleggere qualcuno a Strasburgo) le distanze si vogliono marcare soprattutto con le altre formazioni di centrodestra – Forza Italia, Lega e Nuovo centrodestra – in modo da pesare in un’eventuale nuova coalizione.

“Dopo il voto si capirà se Berlusconi e Alfano continueranno a dilaniarsi per ottenere la palma di miglior compare di Renzi” ha esordito allora La Russa, per il quale Silvio, pur formalmente all’opposizione, “sta di fatto garantendo un appoggio esterno, collaborando con lui alla peggiore delle peggiori riforme: la legge elettorale, che ci regalerà un ballottaggio fra Renzi e Grillo”. Nessuna invidia o senso di inferiorità nei confronti del premier, come talvolta sembra balenare fra alcuni forzisti: “al di là del suo aspetto da Cicciobello, Renzi è a capo del partito erede del Partito comunista” stronca La Russa.

La sufficienza, dicevamo, è al 4%, a cui Fdi sembra attestata da alcuni sondaggi: se il risultato dovesse essere molto superiore, l’ex ministro della Difesa ritiene probabile una crisi di governo. “Sarà inevitabile: per spirito di conservazione gli altri partiti non ci lasceranno fino al 16%, ma faranno i conti con noi e capiranno che l’unica strada è stare insieme, come il centrodestra sta facendo qui” ha detto ieri in Castello, evidentemente non informato dell’addio che il Nuovo centrodestra ferrarese ha dato ad Anselmi, candidando Francesco Fersini.

Della classe dirigente della destra ferrarese non ha fatto che tessere elogi: “qui avete la fortuna di un gruppo capitanato da Balboni, che non ha esitato a scegliere la strada dell’orgoglio quando Fratelli d’Italia nacque a quaranta giorni dalle elezioni. Oggi sono convinto che a Ferrara possiamo ottenere il primo risultato della Regione, a pari merito con Piacenza”.

La Russa ha tracciato la via che Balboni dovrebbe seguire da deputato a Strasburgo. “Qui stiamo continuando a cedere sovranità senza niente in cambio. Io non ce la faccio a essere antieuropeo, politicamente sono nato a sedici anni cantando ‘Italia, Europa, Rivoluzione’, ma sognavamo l’Europa dei popoli, della cultura, delle cattedrali, la primazia di un Vecchio Continente ancora in grado di dettare come ci si deve comportare. E invece ci hanno dato un’Europa di banchieri usurai, di finanzieri non sempre limpidi e fatta a misura di un solo popolo”.

E quindi? “Non uscire, ma cambiare” continua La Russa, che rievoca l’idea di uno sdoppiamento della moneta: da una parte “un euromarco con Germania, Danimarca e Svezia – questi ultimi due stati non sono mai entrati nell’euro, ndr –, dall’altra una valuta dotata di una banca centrale come quella giapponese o americana”. Sistemati Fi e Ncd, la distanza va marcata con i leghisti. “Noi non facciamo come la Lega, che fa ridere dicendo di stare con una nazionalista come Le Pen mentre nega il concetto stesso di Nazione – attacca –: noi non abbiamo bisogno di dimostrare la nostra compatibilità con lei, la fiamma che ha nel suo simbolo gliela regalò Almirante”.

Altro cavallo di battaglia comune, l’immigrazione. “Neanche quando ero ministro era facile stipulare accordi con quel mascalzone di Gheddafi, ma oggi i trafficanti di uomini si trovano con l’operazione Mare Nostrum che fa da taxi. Certo le vite umane vanno salvate, e allora raccattiamoli ma riportiamoli comunque da dove sono partiti”.

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