Eventi e cultura
21 Aprile 2014
Stampa e donne nel documentario di Rita Bertoncini "La nuova scintilla"

Quelle “staffette” che fecero la Resistenza

di Redazione | 3 min

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rita bertoncini la nuova scintilladi Giacomo Borgatti

Il ruolo della stampa e delle donne durante la Resistenza tra Ferrara e Bondeno sono i temi principali di “Una nuova scintilla”, il documentario di Rita Bertoncini che è stato presentato in anteprima nella sede di Wunderkammer di via Darsena. Una pellicola che inizia raccontando le vicissitudini della stampa clandestina nella provincia di Ferrara incarnata nel periodico della Resistenza chiamato “La nuova scintilla”, un semplice foglio di carta che voleva trasmettere parole rivoluzionarie stampato in una tipografia di via Carlo Mayr dal nonno della stessa regista. “Con questo film ho voluto anche intraprendere una sorta di ricerca delle mie radici – racconta Rita Bertoncini -. Non avevo idea del ruolo che mio nonno ricoprisse in quel periodo. Scavando nel passato sono rimasta sorpresa e ora ho capito dove si trovano la mia casa e le mie radici”.

Ma la stampa clandestina nel periodo fascista e durante la seconda guerra mondiale appare quasi un pretesto per arrivare all’argomento sicuramente più presente nel documentario ovvero la figura delle donne all’interno della Resistenza, spesso sottovalutate e poco considerate ma sempre presenti e con molti assi nella manica. In particolare, attraverso alcune testimonianze, viene ricostruito l’episodio dell’occupazione da parte delle donne del Comune di Bondeno, nella mattinata di domenica 18 febbraio 1945, per protestare contro il regime distruggendo tutti i registri di leva e le liste di deportazione. Un avvenimento storico per il movimento rivoluzionario italiano ma soprattutto per le donne appartenenti ad esso che riescono in un’impresa incredibilmente difficile. Donne che, armate al massimo di sola bicicletta, trasportavano ordini o armamenti a diverse divisioni della Resistenza sul territorio, proprio come avveniva per la stessa diffusione del giornale clandestino “La nuova scintilla”: una volta terminata la stampa, il periodico veniva raccolto, piegato e quindi consegnato alle cosiddette “staffette” che dal centro di Ferrara facevano arrivare in tutta la provincia la voce della Resistenza. “Senza l’impegno delle donne, la Resistenza non vi sarebbe stata. Sono state un supporto fondamentale” dichiara un intervistato nel documentario.

Un documentario sicuramente atipico per la concezione contemporanea di questo mezzo di comunicazione spesso considerato di secondo piano rispetto al cinema di finzione: Rita Bertoncini prende lo spettatore e lo trasporta, inizialmente, in una Ferrara assopita, incantata, quasi fiabesca, tra nebbia e neve, iniziando anche la stessa pellicola con un “c’era una volta”. Una Ferrara che pare essere andata oltre gli orrori del periodo fascista nonostante la continua impressione che il ricordo sia dietro l’angolo, pronto a prendere il sopravvento, dando l’impressione di aver dimenticato tutto ma, allo stesso tempo, di non aver dimenticato nulla. La regista applica il suo personale stile e stato d’animo alla rievocazione degli avvenimenti utilizzando interviste a partigiane e, soprattutto, partigiane, le voci fuori campo a cura di Eugenio Squarcia e Rosa Cristofori Solitario su testi di Sara Macchi e una regia a tratti incredibilmente statica, intervallata da sequenze in prima persona effettuate con la celebre piccola videocamera sportiva GoPro, che regala allo spettatore una fotografia potente in grado di sorprendere più volte durante la visione del documentario. Menzione anche per le musiche, inizialmente molto classiche ma suggestive e successivamente più orchestrali e movimentate, a cura di  Jacques Lazzari, Giacomo Marighelli ed Eugenio Squarcia.

Il documentario “Una nuova scintilla” è stato realizzato in collaborazione col museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara, l’archivio di Stato di Ferrara, l’istituto di storia contemporanea e la sezione provinciale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia.

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