Politica
13 Aprile 2014
Fabbri e Morghen si confrontano con il medico De Togni, tra valori Pm10 e regolarità dei controlli

Inceneritore, pareri discordi nel dibattito 5 Stelle

di Redazione | 3 min

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Da sinistra: Ilaria Morghen, Marco Fabbri e Aldo De Togni

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Non si può negare che i 5 Stelle ascoltino anche posizioni che non li appagano al 100%. È successo ieri mattina a Pontelagoscuro, all’iniziativa ‘Salute, ambiente, territorio: Ferrara e provincia’, moderata dalla candidata sindaco Ilaria Morghen. Più convegno scientifico per addetti ai lavori (una cinquantina abbondante i presenti) che un appuntamento da campagna elettorale era la convinzione che si poteva trarre ascoltando le relazioni della biologa Francesca Furlan, della neurologa Ilaria Casetta e dell’architetto Marcello Marchesini.

A focalizzare però la discussione sulle nostre coordinate ha provveduto Aldo De Togni, medico dirigente l’Igiene, epidemiologia e sanità pubblica dell’Azienda Usl. Partendo da qualche assunto: “secondo l’Organizzazione mondiale della sanità e la Comunità europea, l’inquinamento atmosferico è oggi il principale rischio per la salute”. E a produrre l’inquinamento sono tre fattori: “alte urbanizzazione e industrializzazione, ristagno dell’aria-ambiente, emissioni inquinanti”, tutti presenti nella nostra Pianura Padana.

La cui aria è infatti inquinata, compresa ovviamente quella del Ferrarese. Quanto? Troppo? Sempre De Togni ha ricordato che ancora secondo l’Oms “la media annua di concentrazione delle Pm10 non dovrebbe superare i venti microgrammi per metro cubo”, mentre la normativa europea – più lasca – invita a non superare i 50 microgrammi per metro cubo per più di trentacinque volte ogni anno. E attenzione: “non è che con una media di venti microgrammi la curva di mortalità è zero. È a 1,5, e i più colpiti sono le persone deboli e fragili, i cardiopatici”.

Ebbene, come ciascuno può controllare sul sito di Arpa (http://www.arpa.emr.it/v2_rete_di_monitoraggio.asp?p=FE&idlivello=1637), la centralina di corso Isonzo dall’inizio dell’anno ha registrato valori inferiori ai 20 microgrammi solo in 17 giornate, quella di Villa Fulvia solo in 26 giornate. In tutti gli altri, valori decisamente superiori. “Perfino la centralina di Gherardi, spersa nella campagna e lontana da qualunque attività antropica – ha ricordato De Togni – registra valori non lontani dalla media regionale, a dimostrazione di quale ruolo ricoprono anche le fonti esterne di inquinamento”. Insomma, non basta allontanarsi dalla città e dalle (pur scarse) attività produttive per trovare aria migliore.

E fin qui, musica per le orecchie dei 5 Stelle, le cui posizioni si sono però divaricate da quelle di De Togni quando si è arrivato a parlare di inceneritore. O meglio: prima il dottore ha ricordato che “la nuova direttiva europea ha eliminato ogni riferimento agli Idrocarburi policiclici aromatici. Ma se le mamme vi si espongono, i loro figli sono a rischio di disturbi comportamentali”. Altro il discorso per quanto riguarda la diossina. “La stima di concentrazione al suolo è dell’ordine degli attogrammi, che sono miliardesimi di nanogrammi” ha ricordato l’epidemiologo. E i nanogrammi a logo volta sono miliardesimi di grammo.

“Ci fa piacere ascoltare anche altre posizioni – gli ha risposto subito Morghen con grande pacatezza – ma mi permetto di dubitare di controlli affidati agli stessi controllati”. “Il discorso a questo proposito è complesso” le ha replicato con altrettante calma De Togni, addentrandosi nel sistema di monitoraggio. “Ė pagato da Hera, ma a eseguirlo e il Cnr, credo al costo di 300mila euro l’anno. Esegue due campagne, una in estate e una in inverno”. Diversa la situazione per quanto riguarda il monitoraggio al camino, “che prevede un autocontrollo del gestore a cui è affiancato, con periodicità inferiore, un controllo pubblico”. Ancora più precisamente, “alcuni parametri il gestore li misura in continuo, e su questi Arpa fa un controllo quotidiano, o almeno questa è la mia impressione – ha puntualizzato ancora De Togni – mentre il discorso si fa più difficile sui parametri misurati in discontinuo, come appunto la diossina”.

A suo parere però, più che su questa è sul mercurio che dovrebbero concentrare la propria attenzione le persone che dubitano di questo modo di smaltire i rifiuti, “visto che è un inquinante molto più importante”. Quel che è certo, è che l’inceneritore continuerà a bruciare al centro di questa campagna elettorale.

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