E’ dedicato alla storia e alle leggende legate alla figura del patrono di Ferrara il libro “San Giorgio e la rosa” di Cristiano Antonelli che oggi, giovedì 10 aprile, alle 17 sarà presentato nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. L’incontro sarà introdotto da don Massimo Manservigi, con un intervento di Mirna Bonazza, responsabile della sezione Manoscritti e Rari della biblioteca Ariostea.
Il libro parte dall’anno domini 303, otto giorni prima delle calende di maggio fu giustiziato un cristiano di nome Giorgio. Era il 23 aprile, una ricorrenza che s’impose come festività tra le maggiori del calendario medievale, a memoria di un martire che si convertì nella metafora di un ideale che trascende ogni cronaca storica.
Da secoli si cerca di stabilire chi fu veramente Giorgio di Cappadocia. “Nonostante una tradizione letteraria sconfinante nella leggenda – recita il libro – è la tradizione del culto che offre incontrovertibile testimonianza della tumulazione in Lydda di un uomo di nome Giorgio, morto nella gloria del martirio prima di Costantino il Grande. Da allora la venerazione dilagherà in Oriente e raggiungerà Roma e l’Occidente. E proprio in Occidente si animerà in modo straordinario durante il periodo delle crociate, col Santo martire ormai consacrato nelle vesti di cavaliere. Così San Giorgio conquisterà ogni regione del vecchio continente, e ogni terra lo racconterà come paladino celeste in soccorso alle milizie cristiane.
Abbiamo guardato alle terre di Germania, Francia e Portogallo, come anche all’Aragona, alla Catalogna e all’Inghilterra, e, ovviamente, all’Italia, riservando una speciale attenzione a località come Ferrara, dove il culto rimanda alla metà del secolo VII. Contestualmente alla storia del culto, nel testo vengono riportate le leggende narrate da Iacopo da Varazze, quella del martirio e quella della lotta al drago, complementari e speculari l’una all’altra, di cui abbiamo preso in esame il significato simbolico, fino al dettaglio affatto marginale di quella rosa che sarebbe germogliata dalla terra bagnata dal sangue del drago”.
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