30 Marzo 2014
In lista solo il 10% dei candidati ha già fatto politica attiva

Ferrara Concreta sogna un Castello museo

di Redazione | 3 min

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feconcre“Ringrazio chi ha rinunciato alla propria serenità per imbarcarsi in quest’avventura. Chi fa politica dev’essere pronto, mentre si trova al bar a prendere un caffè con un amico, a vedersi arrivare qualcuno che ti dice ‘non vorrei disturbare…’. E tu lo devi ascoltare”. Consigli di un primo cittadino uscente (nonché politico navigato) alle nuove, possibili leve della politica: Tiziano Tagliani ha incontrato i candidati di ‘Ferrara concreta’, la lista civica a sostegno del suo secondo mandato “composta solo per il 10% da persone che hanno già fatto politica attiva” ha garantito l’avvocato Davide Bertasi.

“Mi è piaciuto molto, diversi mesi orsono, cominciare il ragionamento che ci ha portati qui – ha proseguito il saluto del sindaco –. Abbiamo tante cose in comune, le sensibilità più acute di questa lista sono anche le mie, dalla sburocratizzazione che in questi anni abbiamo affrontato con l’informatica, alla necessità di dare una scossa a questa città straordinaria ma lenta. Ancora non riusciamo a mettere a reddito il fatto di essere città d’arte – ha riconosciuto Tagliani –, e abbiamo bisogno di allargare il centro storico a piazza Ariostea, via Saraceno, via Carlo Mayr che, anche a costo di qualche sacrificio, deve smettere di essere una sosta permanente per diventare una contrada commerciale. In questi cinque anni abbiamo lavorato come pazzi, e sicuramente oggi nessuno può voler correre con Tagliani con la speranza di una poltrona, visto che abbiamo rinunciato a quel bagaglio di posi che avevamo qualche anno fa”.

Il programma di tutta la coalizione (oltre a Ferrara concreta ci saranno il Pd, Centro Democratico-Io voto per Fe, Sinistra ecologia e libertà) sarà firmato dalle liste, ma la civica ha voluto anticipare il suo contributo. Visto che in gran parte i candidati sono commercianti o liberi professionisti, comunque lavoratori autonomi, la richiesta è quella di una “concertazione tra il Comune e le associazioni di categoria”, con la creazione di “un osservatorio sulle procedure amministrative, una cabina di regia per condividere scelte imprenditoriali, un Centro per l’impiego – a breve di competenza dei Comuni dopo la riforma delle Provincie, ndr – che faccia da tramite fra scuole di formazione professionale, agenzie interinali e imprese, un ufficio specifico in Municipio che si occupi di seguire e vincere i bandi di finanziamento regionali ed europei”.

Ferrara concreta sogna un Castello “completamente liberato dagli uffici e trasformato in uno stabile polo museale nazionale ed europeo – ha proseguito Bertasi –, trasferendo lì la Pinacoteca in modo da liberare altri spazi ai Diamanti, espositivi e non solo. Le mostre di Ferrara Arte devono essere tra le dieci più visitate del paese, e anche sui percorsi rossettiani si può lavorare moltissimo”.

Alla voce sicurezza la civica ha lavorato per far inserire nel programma del candidato telecamere e illuminazione, ma anche “un numero verde gratuito e una casella di posta elettronica a cui segnalare le situazioni di degrado, una migliore dislocazione della Polizia Municipale e interventi nei parcheggi per limitare l’accattonaggio e il disturbo. La gente deve sentirsi più sicura”.

Sempre dalla sensibilità lavorativa di molti candidati proviene la proposta, elencata da Paolo Orsatti, di un “piano sugli affitti, che preveda canoni concordati o una deduzione del canone dalle imposte locali per evitare il fenomeno dei locali sfitti”. Sì all’esternalizzazione dei nidi e delle materne, no a qualsiasi ipotesi di accorpamento della Facoltà di Medicina.

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