Eventi e cultura
16 Dicembre 2013
E' stato un grande ritorno quello del coreografo Fabrizio Monteverde al teatro Comunale di Ferrara

Quattro vite dentro una “Boule de neige”

di Redazione | 3 min

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Boule 1di Federica Pezzoli

Quello di Fabrizio Monteverde e dei giovani talenti del Junior Balletto di Toscana è un gradito ritorno sul palco del teatro Comunale di Ferrara, che già l’anno scorso ha ospitato la nuova vivace Coppelia appositamente ideata dal coreografo per questa compagnia di under 21. Il 10 dicembre, prima della pausa natalizia della stagione di danza 2013/2014, per i pochi fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi un posto nella gradinata montata sul palco, è andato in scena Boule de neige, riedizione di una delle prime coreografie di Monteverde affidata ai giovani interpreti del Junior Balletto di Torscana. Terza produzione di RIC.CI/Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni 80/90 – progetto di Marinella Guatterini che punta a dare risalto e a ri-mettere in moto la memoria della danza contemporanea italiana dall’inizio degli anni Ottanta agli inizi dei Novanta – Boule de neige è il riallestimento di Bagni acerbi, coreografia del gennaio 1985, coincidente con il debutto della compagnia Baltica, ispirata a Les enfants terribles, testo di Jean Cocteau del 1929. Oltre al rapporto con la letteratura, in questa riedizione si può forse rintracciare anche uno sguardo al cinema di The Dreamers di Bernardo Bertolucci (2003).

La boule de neige del titolo non è solo un richiamo all’episodio che dà il via e poi pone fine a tutta la vicenda narrata: la storia di un fratello e una sorella, Paul ed Elisabeth e del loro rapporto, di fronte al quale stanno, quasi con la funzione di pubblico altri due personaggi, Gérard e Agathe, che sedotti e atterriti li seguono fino al tragico e inevitabile epilogo. In un complicato gioco di rimandi, è anche un’allusione alla particolare situazione in cui Cocteau scrisse, in soli diciassette giorni, il suo romanzo: in un letto d’ospedale, fra il dicembre 1928 e l’aprile 1929, mentre si sottoponeva a una cura di disintossicazione dalla droga. Infine è il simbolo della camera di rue Montmarte, lo spazio chiuso, vincolato nel quale tutto può e tutto deve succedere. Il racconto di Cocteau viene quindi restituito senza intenti narrativi o didascalici, ma per dar corpo a un’urgenza espressiva che l’appoggio a quel determinato e particolare testo poteva potenziare.

Boule 2Appassionatamente legato alla sua pièce giovanile, Monteverde ha rivisitato il suo lavoro originale nella scenografia e nei costumi. La coreografia però resta un concerto a quattro alla ricerca di emozioni dirette che colpiscano lo spettatore al cuore. Un alternarsi di pas de deux, intrecci a tre, scambi di coppia e momenti corali, tutti perfettamente orchestrati. Lo svolgersi incalzante dei movimenti fluidi, in un alternarsi di momenti di tensione e attimi più intimi e dolci, è scandito da brani dell’Orfeo del 1672 di Antonio Sartorio, che si intercalano con musiche moderne scritte e dirette da Pierluigi Castellano e con silenzi durante i quali l’unico ritmo è dato da una goccia d’acqua che cade dall’alto dentro un recipiente.

boule 3Sicuramente una prova di grande responsabilità per i quattro giovanissimi interpreti del Junior Balletto di Toscana: Mirko De Campi, Claudia Manto, Luca Cesa/Valerio Di Giovanni, Alessandra Berti. Tutti e quattro superano pienamente la prova, dimostrando grande maturità e professionalità muovendosi con grande grazia e sicurezza sul palcoscenico,  espressivamente emozionanti, con movenze ora giocose e innocenti, ora sensuali e morbose.

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