Cronaca
4 Novembre 2013
Marabini: "Questa struttura rappresenta un legame tra la cittadinanza e le istituzioni sanitarie"

Dopo il sisma riapre part time la chiesa di San Carlo

di Redazione | 2 min

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adminNon è ancora completamente agibile la chiesa di San Carlo in corso Giovecca, eppure l’accordo su una serie di aperture temporanee mirate per far sì che la cittadinanza si possa riappropriare di un bene chiuso ormai da decenni si trova direttamente durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina nella sede della Provincia durante la quale, in teoria, si sarebbe dovuta annunciare solo la fine dei lavori di consolidamento strutturale e la messa in sicurezza dell’edificio.

Già prima del terremoto la chiesa di San Carlo Borromeo, risalente al 1623 e costruita sulle basi del progetto di Giovan Battista Aleotti, aveva subito danni ed era in attesa che venissero svolti alcuni lavori di manutenzione straordinaria per un importo di 722mila euro, lievitati a 842mila dopo le scosse del 20 e 29 maggio.

“Questa struttura, l’unica barocca presente sul territorio, rappresenta un legame tra la cittadinanza e le istituzioni sanitarie”, spiega Mauro Marabini della direzione sanitaria dell’Asl, assegnataria da sempre del bene in quanto parte del complesso del Sant’Anna, seguito a ruota dal vicesindaco Maisto, il quale ha ricordato di come “il recupero delle chiese, anche quelle chiuse da prima del sisma come in questo caso, rimane una priorità poiché siamo consci del fatto che dobbiamo consegnare a coloro che verranno dopo di noi il patrimonio più integro possibile”.

“Ho visitato più e più volte il cantiere e posso dire solo che è stato svolto un lavoro ammirevole”, rimarca Aniello Zamboni, direttore dell’ufficio di Beni Culturali della Curia, che aggiunge: “Il recupero della chiesa di San Carlo è un’eminenza culturale, anche se serviranno altri interventi almeno ora è sicura”.

adminLa parola passa poi a Keoma Ambrogio, architetto della soprintendenza dei Beni Archittetonici e Paesaggistici di Ravenna, che mentre illustra le caratteristiche degli interventi subiti dalla chiesa — “che nel limite del possibile sono stati tutti volti a mantenere le caratteristiche storiche volute dall’Aleotti, anche se qualche intervento che ha aumentato la resistenza sismica sarà comunque visibile” — fa la proposta di aprire il monumento in alcune occasioni, come durante il salone del restauro, analogamente a quanto accaduto con teatro Verdi durante il festival di Internazionale. Proposta che trova subito il favore di Maisto e di Marabini.

Col ciclo di interventi per la messa in sicurezza della chiesa è stato recuperato totalmente anche il campanile della chiesa di San Carlo, che oggi, nella ricorrenza del suo patrono, ha finalmente riacquistato la propria voce.

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