Non è ancora completamente agibile la chiesa di San Carlo in corso Giovecca, eppure l’accordo su una serie di aperture temporanee mirate per far sì che la cittadinanza si possa riappropriare di un bene chiuso ormai da decenni si trova direttamente durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina nella sede della Provincia durante la quale, in teoria, si sarebbe dovuta annunciare solo la fine dei lavori di consolidamento strutturale e la messa in sicurezza dell’edificio.
Già prima del terremoto la chiesa di San Carlo Borromeo, risalente al 1623 e costruita sulle basi del progetto di Giovan Battista Aleotti, aveva subito danni ed era in attesa che venissero svolti alcuni lavori di manutenzione straordinaria per un importo di 722mila euro, lievitati a 842mila dopo le scosse del 20 e 29 maggio.
“Questa struttura, l’unica barocca presente sul territorio, rappresenta un legame tra la cittadinanza e le istituzioni sanitarie”, spiega Mauro Marabini della direzione sanitaria dell’Asl, assegnataria da sempre del bene in quanto parte del complesso del Sant’Anna, seguito a ruota dal vicesindaco Maisto, il quale ha ricordato di come “il recupero delle chiese, anche quelle chiuse da prima del sisma come in questo caso, rimane una priorità poiché siamo consci del fatto che dobbiamo consegnare a coloro che verranno dopo di noi il patrimonio più integro possibile”.
“Ho visitato più e più volte il cantiere e posso dire solo che è stato svolto un lavoro ammirevole”, rimarca Aniello Zamboni, direttore dell’ufficio di Beni Culturali della Curia, che aggiunge: “Il recupero della chiesa di San Carlo è un’eminenza culturale, anche se serviranno altri interventi almeno ora è sicura”.
La parola passa poi a Keoma Ambrogio, architetto della soprintendenza dei Beni Archittetonici e Paesaggistici di Ravenna, che mentre illustra le caratteristiche degli interventi subiti dalla chiesa — “che nel limite del possibile sono stati tutti volti a mantenere le caratteristiche storiche volute dall’Aleotti, anche se qualche intervento che ha aumentato la resistenza sismica sarà comunque visibile” — fa la proposta di aprire il monumento in alcune occasioni, come durante il salone del restauro, analogamente a quanto accaduto con teatro Verdi durante il festival di Internazionale. Proposta che trova subito il favore di Maisto e di Marabini.
Col ciclo di interventi per la messa in sicurezza della chiesa è stato recuperato totalmente anche il campanile della chiesa di San Carlo, che oggi, nella ricorrenza del suo patrono, ha finalmente riacquistato la propria voce.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com