Lettere al Direttore
4 Ottobre 2013

Comacchio, a cosa serve il quorum zero?

di Redazione | 5 min

In qualità di Capogruppo della lista civica Onda rispondo al “pari grado” Calderone che ci chiama in causa tramite le pagine del vostro editoriale. Mi sorprende leggere nelle righe dell’articolo del 01/10/13 a proposito del referendum che la posizione dell’Onda non sia ancora stata compresa dall’esimio collega, dal momento che l’ho illustrata a più riprese sia in Consiglio Comunale sia sulla stampa, per cui mi permetto di ricapitolarla: Io e il collega Andrea Luciani ci siamo astenuti dall’approvazione della delibera istitutiva del Referendum, per la mancanza di tutte quelle informazioni che, allora come oggi, riteniamo assolutamente necessarie alla formazione di una opinione su un tema così importante per il futuro del nostro Comune.

Quali sono i costi e quali sono i benefici di questa operazione?

Quali garanzie ci sono che una volta approvato il passaggio di provincia, il Comune (non la Provincia) di Ravenna acconsenta a gestire con Comacchio le funzioni fondamentali previste dalla normativa regionale, che si impongono ai Comuni a partire dal primo gennaio 2014?

Sono stati presi, non dico accordi, ma almeno contatti con il Comune (non la Provincia) di Ravenna per valutare la disponibilità alla gestione associata di queste funzioni?

È stata considerata la posizione subalterna che, comunque, Comacchio avrebbe in caso di gestione associata con Ravenna? E in caso positivo, perché la si ritiene migliorativa rispetto a quella con i Comuni del Delta dal momento che l’importanza decisionale di ogni amministrazione sarà, probabilmente, valutato in base al peso ponderato degli abitanti che vi partecipano (11% con Ravenna e 37% con il Delta)?

È stata valutata la possibilità che se il Comune (non la Provincia) di Ravenna dovesse, per qualsiasi motivo, declinare la nostra offerta di gestione associata delle funzioni, mancando il requisito della contiguità territoriale la nostra richiesta di passaggio di Provincia dovrebbe essere rifiutata dalla Regione?

È stato valutato l’impatto che questo scenario avrebbe sulle nostre relazioni con Ferrara e gli altri Comuni del Delta con i quali, in caso di rigetto, saremmo costretti ad unirci?

Noi siamo perfettamente consapevoli che il rapporto di fiducia con Ferrara sia irrimediabilmente compromesso e siamo consapevoli del fatto che i comacchiesi abbiano tutto il diritto di guardare altrove, dopo 60 anni di promesse non mantenute, di rinunce forzate a diritti acquisiti o a possibili occasioni di sviluppo, quasi sempre in favore di altre realtà locali che conosciamo bene. Così come siamo sicuri che Comacchio, per storia, dimensioni, numero di abitanti, sviluppo turistico e commerciale abbia tutto il diritto di assumersi la leadership politico-amministrativa del basso ferrarese. Ma una leadership di questo genere va meritata, perseguita, difesa sempre e in ogni luogo, su ogni tavolo e ad ogni conferenza. Non si può reclamarla per diritto divino e soprattutto non ci si può ritirare sdegnati ogni volta che le cose non si mettono come si vorrebbe. La guida dell’Unione dei Comuni del Delta, a nostro parere poteva, anzi, doveva essere reclamata e difesa in ogni sede e con ogni mezzo, informando i cittadini sull’esproprio che ancora una volta si stava tentando ai loro danni, mobilitando l’opinione pubblica. E qualcosa avremmo ottenuto. Invece ancora una volta si è scelta la strada più semplice, quella che in ossequio ai principi dei nostri amministratori non contempla la discussione, il confronto, l’accordo con le altre forze politiche giudicate impure.

Si è ritenuto che pagasse di più cavalcare il malcontento, il legittimo sentimento di rivalsa, sfruttando un nervo scoperto per ottenere consenso politico.

Noi non condividiamo queste premesse, ma condividiamo a pieno lo strumento referendario quando supportato da un progetto politico, da una analisi dei costi e dei benefici e, soprattutto quando la cittadinanza viene adeguatamente informata sui reali scopi che persegue, che nel nostro caso non sono l’ottenimento della ferrovia o il mantenimento del San Camillo, come da molte parti si sente dire per rendere appetibile un argomento altrimenti poco “cool” come la gestione associata dei servizi di statistica, di polizia municipale, di protezione civile o di raccolta dei rifiuti. La nostra contrarietà, come mi auguro si sarà appalesata anche al sig. Calderone, non è al referendum in sé o al quesito proposto, ma all’approccio dilettantesco, al “tanto peggio tanto meglio” così caro al Consigliere Di Munno, all’acrobazia senza rete.

Quando il sig. Calderone e l’amministrazione che sostiene avranno risposto alle domande di cui sopra e chiarito ai loro concittadini scopi ed obiettivi, ci troveranno al loro fianco nella difesa del referendum. A proposito del quale mi piacerebbe che il sig. Calderone sottolineasse con pari enfasi il fatto che si tratti di un referendum consultivo. Il che significa che l’Amministrazione chiede ai cittadini di esprimersi su un argomento (il passaggio di Provincia che permetta la gestione associata dei servizi con Ravenna) senza che l’esito impegni in alcun modo l’Amministrazione stessa ad agire di conseguenza. In pratica un sondaggio. A questo punto mi chiedo a cosa serva il Quorum Zero, dal momento che il risultato in termini di efficacia è nullo, se non a portare a votare i cittadini contrari, non consapevoli del reale impatto del referendum e timorosi di favorire il SI non presentandosi alle urne. Cos’è? Vi siete resi conto che c’è la vostra credibilità politica in gioco?

Volete fare i paladini della democrazia diretta? Istituite il Referendum Abrogativo a Quorum Zero, così che i cittadini possano cancellare le vostre delibere.

Anzi, appoggiatelo pubblicamente già adesso, visto che porteremo la proposta in Consiglio.

Davide Michetti, capogruppo L’Onda Comune di Comacchio

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