Cento
12 Luglio 2013

Cispadana a pedaggio: i dubbi di Paglia

di Redazione | 2 min

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“La relazione del gruppo istruttorio della Commissione di Via relativa all’autostrada Cispadana dovrebbe suggerire una profonda riflessione su un progetto nato da presupposti sbagliati”. Lo afferma Giovanni Paglia, deputato emiliano-romagnolo di Sel, preannunciando un’interrogazione parlamentare che presenterà nei prossimi giorni. Un appello che nasce dopo la richiesta di “rifare” il progetto da parte della Commissione di Via e dei nuovi guai giudiziari di Coopsette.

Secondo Paglia infatti “pensare che un’infrastruttura chiusa e a pedaggio possa essere la soluzione agli evidenti e storici problemi di collegamento di un’area densamente popolata, e comunque non priva di collegamenti esistenti, è un errore evidente; solo l’illusione di poter reperire attraverso il pedaggio le risorse economiche necessarie, a costo di forzare le previsioni di traffico può infatti portare ad un’ipotesi che è sempre apparsa meno funzionale di una strada a scorrimento veloce a servizio dei comuni. Siamo quindi al punto in cui, per non rendere manifesta questa contraddizione, si evita di produrre una valutazione comparata fra diverse ipotesi venendo peraltro puntualmente richiamati a farlo dalla commissione di Via”.

“Né possono contribuire a migliorare la credibilità complessiva del progetto – sottolinea il deputato di Sel – le lacune relative alla sostenibilità ambientale complessiva, sia essa riferita alla sismicità dell’area, all’impatto sui centri abitati o alla qualità dell’aria. Dobbiamo peraltro registrare la dubbia affidabilità complessiva della compagine societaria Arc – ricorda Paglia – data la presenza in qualità di socio al 19,30% di Coopsette Soc.coop, la cui situazione finanziaria appare al momento quanto meno problematica”.

Tutte ragioni per le quali il deputato suggerisce “una ricognizione ampia e puntuale del percorso, a tutela dei cittadini e della finanza pubblica, che non escluda opzioni alternative e che eviti di intestardirsi sul modello autostradale – propone Paglia – partendo da un piano finanziario che consenta di quantificare con certezza le risorse mancanti, al netto dei contributi già previsti. Esistono infatti altri mezzi, diversi dal pedaggiamento, per recuperare il delta, come per esempio la finanza di scopo”.

“Ciò che è certo – conclude Paglia – è che un’area tanto significativa per l’economia nazionale non può essere lasciata priva delle infrastrutture necessarie – precisa Paglia – tanto meno dopo aver subito il trauma del terremoto e piuttosto considerando la situazione viaria dell’asse nord-sud stanti le pessime condizioni della Canaletto. Questo però non significa arrendersi all’inevitabilità di una soluzione in cui sono chiari gli interessi privati, ma molto meno quelli pubblici. Nei prossimi giorni presenterò un’interrogazione al riguardo”.

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