Eventi e cultura
10 Luglio 2013
Balamòs Teatro organizza l'incontro presso la Casa di reclusione femminile della Giudecca di Venezia

Judith Malina presenta l’Antigone in carcere

di Redazione | 2 min

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Balamòs Teatro, in collaborazione con la compagnia teatrale Motus e il progetto “Arte memoria viva 2013” del museo per la Memoria di Ustica di Bologna -nell’ambito del progetto teatrale “Passi Sospesi”, diretto dal regista e pedagogo teatrale Michalis Traitsis presso gli Istituti Penitenziari di Venezia (Casa di reclusione femminile di Giudecca e Casa circondariale di Santa Maria Maggiore di Venezia)- giovedì 11 luglio 2013, alle ore 16, organizza un incontro all’interno della Casa di reclusione femminile della Giudecca, con Judith Malina, attrice, regista e fondatrice, insieme a Julian Beck, del Living Theatre, una delle esperienze teatrali più significative da oltre mezzo secolo.

L’incontro avrà come argomento il dramma di Antigone: una riflessione tra l’allestimento che fece il Living Theatre nel 1967 con Judith Malina nel ruolo di Antigone e l’allestimento che ha da poco cominciato a fare Michalis Traitsis (allievo di Judith Malina e altri attori del Living Theatre) con le donne detenute della Casa di Reclusione di Giudecca. Un confronto sull’antico dramma di Sofocle ieri e oggi.

Il Living Theatre a partire dal 1947 ha presentato spettacoli in tutto il mondo e spesso in luoghi non convenzionali come strade, piazze, fabbriche, carceri, università, ecc. Il Living Theatre si è sempre schierato e collocato, con il pensiero e le azioni, con coloro che spesso non hanno voce per condizione sociale, politica, esistenziale.

“Della storia del Living Theatre si sono occupati molti critici e studiosi di teatro in tutto il mondo- spiegano gli organizzatori- e l’esperienza teatrale, politica e umana del Living Theatre è stato punto di riferimento per una intera generazione di artisti. Questo è il motivo dell’invito a questa straordinaria figura femminile che ha segnato in modo originale e rivoluzionario la storia del teatro. Ma soprattutto Judith Malina testimonia da anni, con generosità, instancabilità e tenacia, la forza di una convinzione e di un impegno per una cultura non violenta, il coraggio del mettersi in gioco sempre, senza risparmio, la capacità di trasformare il dolore in arte, l’irriducibilità di una passione, quella del teatro -di un teatro di senso e di impegno- a prescindere dall’età e da qualsiasi pregiudizio, l’appartenenza ad una compagnia che ha attraversato molte difficoltà, la capacità di affrontare infiniti cambiamenti senza resa. Per un teatro che si rivolga, molto prima che ai detenuti, alle persone, donne e uomini, Judith Malina ha sicuramente ancora molto da insegnare”.

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