Vigarano
29 Giugno 2013
Il Senatùr: "Priorità del governo è rimettere in sesto l'economia; ripartire dalla Padania". Regalata una targa ai Cavicchi

Bossi fa il pieno di Padania alla Diamantina

di Redazione | 6 min

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bossi-cavicchi

Umberto Bossi e i coniugi Cavicchi

Vigarano Mainarda. La prima domanda che il nugolo di giornalisti assiepati attorno alla macchina di Bossi fa al Senatùr è molto pragmatica: “Come riparte la Lega?”. Lui, sigaro in bocca da prima di smontare dal veicolo e temprato dalle ultime vicende interne al partito risponde perentorio: “Dalla Padania”.

È questo il senso di tutto il suo intervento alla Diamantina, sede della festa provinciale della Lega Nord: mostrare attenzione alle vicissitudini del territorio – soprattutto in tema di terremoto -, parlare direttamente con la base militante del partito per avere il polso della situazione e incontrare i dirigenti locali per iniziare i discorsi sulle amministrative dell’anno prossimo. Riprendere in mano i vecchi temi, seppur con una consapevolezza non ostentata ma ben presente delle condizioni in cui versa il Paese, è la sua strategia per riportare in auge un movimento “che non è morto” ma che sicuramente è stato colpito molto duramente a giudicare dai risultati delle ultime elezioni.

Il Senatùr parla subito dopo una cena abbastanza frugale, si piazza sul palco e non lo lascerà per almeno un’ora, mentre i circa 200 militanti accorsi ad ammirare il fondatore della Lega non smettono di applaudirlo, ciclicamente, per tutto il tempo.

I primi a salire sul palco, dopo Bossi, sono i coniugi Cavicchi, genitori di Nicola, morto alle Ceramiche Sant’Agostino lo scorso anno a causa del sisma e liquidati con soli 1900 euro. L’Umberto consegna una targa commemorativa, chiede un minuto di silenzio poi diventa un fiume in piena contro “un Paese disgraziato che non si ricorda nemmeno di chi muore”, prendendosi anche l’impegno di cambiare la legge che regola i risarcimenti.

Il suo intervento parte da Monti, che a causa dell’elevato debito pubblico ha aumentato le tasse senza però che lo stesso venisse aggredito in maniera concreta, causando così solo un aumento della ricchezza dello Stato. “L’economia si è ribellata”, continua il Senatùr lanciando un’esortazione all’esecutivo: “La gente deve consumare per rilanciare l’economia, e se non ci sono lavoro e soldi questo non è possibile. Spero questo governo non commetta gli stessi errori del precedente”.

Il fondatore della Lega si addentra anche nella spinosa questione degli F-35, ricordando come siano parte di un progetto nato 12 anni che consente all’Italia “di avere tecnologie avanzatissime altrimenti non disponibili”, anche visto che “tutti gli aerei dell’Aeronautica ogni anno vanno revisionati e hanno dei problemi a causa della loro anzianità”. “Si parla sempre di aerei portatori di morte, ma nessun F-35 porta morte senza l’autorizzazione del Parlamento – aggiunge Bossi. In Europa tutti gli Stati hanno un esercito per difendersi, e rinunciare in un mondo in cui oggi ci sei e domani rischi di saltare in aria è rischioso”. Per Bossi poi un’eventuale rinuncia al progetto dopo tutto questo tempo avrebbe conseguenze importanti sulla considerazione internazionale dell’Italia: “Immaginatevi la figura che ci abbiamo fatto quando la notizia è arrivata nelle ambasciate, abbiamo dimostrato di essere inaffidabili”.

Il Senatùr tocca poi un’altra miriadi di argomenti al centro delle cronache politiche nazionali, dal decreto svuota carceri -“Sicuramente alcune carceri sono in condizioni incivili, ma non è questa la soluzione”-, all’immigrazione -“La Bossi-Fini dice solamente che per arrivare e rimanere in Italia bisogna avere un contratto di lavoro, se la abrogassimo arriverebbero milioni di nordafricani che non sapremmo dove mettere”-; dalle pensioni -“Un sistema di vita da rivedere non come costo per lo Stato”- all’Imu -“Pagata solo al nord, visto che al sud gli immobili non sono nemmeno accatastati”.

Il compito di questo governo comunque, afferma sicuro Bossi, è quello di ‘mettere a posto’ l’economia, aumentare i posti di lavoro e mettere mano alle pensioni per ridare fiato agli italiani – e quindi, incidentalmente, ai padani.

Subito dopo il fondatore, a prendere la parola è Fabio Rainieri, che annuncia alla platea dell’evento multiculturale in programma per questa sera a Parma in cui il ministro per l’integrazione Kyenge consegnerà ai bambini nati in Italia il ‘diploma di cittadinanza’ e afferma che questa in realtà non è politica quanto piuttosto propaganda e che “non c’è bisogno di venire in Emilia per fare delle buffonate”.

In ultima istanza è Alan Fabbri a parlare, ringraziando il segretario federale Roberto Maroni per la donazione di un milione di euro fatta al Comune di Bondeno un anno fa grazie alla quale “nei prossimi giorni verrà inaugurata una scuola antisismica a Scortichino e sono stati acquistati dei mezzi di soccorso per i Vigili del Fuoco volontari di Bondeno”.

E prima di salutare il suo popolo, Bossi si concede dieci minuti alle domande di estense.com, per rispondere che il ritorno di Forza Italia vedrà nascere “un partito forte, se c’è dietro Berlusconi”, mentre quella del Pdl come grande contenitore di tutto il centrodestra “è un’epoca finita”. Sempre nel caso di uno ‘spacchettamento’ del centrodestra in più partiti, magari con la fondazione di nuovi partiti da parte di chi non andrà a far parte del nuovo partito di Berlusconi, Bossi fa sapere che la Lega sarebbe pronta a correre da sola, e anzi secondo lui per adesso Maroni non ha intenzione di fare nessun accordo, quindi stando così le cose la Lega si presenterà da sola alle prossime elezioni.

Bossi attacca su più fronti anche la leadership di Maroni “con cui ci sono solo rapporti professionali” e che ha vinto il congresso “solo perché io mi ero ritirato”. Sui diamanti di Belsito, Bossi conferma che la decisione di mostrarli in tv “è stata una pagliacciata” che lui non avrebbe fatto, tuttavia “ognuno fa quello che vuole, come se anziché avere dei progetti politici uno si rifà sulle disgrazie della Lega”.

Il Senatùr conferma poi la volontà di voler tornare alla guida del partito che ha fondato -“vinco il congresso e ritorno”- e non si mostra preoccupato per la richiesta di espulsione nei suoi confronti arrivata poche settimane fa perché “io non posso essere espulso da statuto”.

L’Umberto poi non fa previsioni sulla durata del governo Letta, dicendo di non sapere quanto andrà avanti questa esperienza di governo, anche se secondo lui Berlusconi non staccherà la spina alle grandi intese. Per le prossime elezioni Bossi è convinto della discesa in campo di Marina Berlusconi, erede naturale del padre in politica “che si vede che è intelligente”, anche se è presto per fare dei ragionamenti poiché “manca ancora molto tempo”.

In conclusione dell’intervista, dopo aver ribadito che non teme nessuno al congresso, Bossi lancia un messaggio di unità alla base, spiegando come non esistano maroniani o bossiani, ma anzi che tra le loro fila si nasconda gente in cerca di posti “da qualche parte”, mentre la base è solamente leghista “come quella che viene qui a lavorare per le feste e non chiede niente in cambio”.

Poco dopo arriva il commento del segretario provinciale di Ferrara della Lega Fabio Bergamini, che dopo aver confermato che sebbene per le alleanze la questione sia in mano al segretario federale lui ha sempre lavorato bene col Pdl a Ferrara, afferma che “i militanti che sono onorato di rappresentare si aspettavano un messaggio di unità, che abbiamo avuto e che pretendiamo dal direttivo federale per diffondere i nostri messaggi”. “Sicuramente – continua Bergamini – c’è un momento di tensione nella Lega ma il pensiero dei militanti è che Bossi e Maroni trovino un accordo per il futuro, leggasi amministrative, che è l’unica cosa che ci interessa”.

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