Politica
27 Marzo 2013
Un convegno sul piano di sviluppo per i Vecchio continente

Federalisti europei: “Dare un governo all’Ue”

di Redazione | 3 min

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2013-03-26-0565di Daniele Oppo

Si sono riuniti nella Sala dell’Arengo presso la residenza municipale i federalisti europei ferraresi per assistere al convegno intitolato ‘Un piano di sviluppo per l’Europa’ con protagonisti Alberto Malocchii professore di scienza della finanze all’università di Pavia e Simone Vannuccini dell’università di Jena nonché segretario generale della Gioventù federalista europea. A fare gli onori di casa il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani in veste di presidente del comitato Ferrara per la federazione europea insieme all’assessore comunale alle relazioni internazionali (nonché all’ambiente) Rossella Zadro, vicepresidente del comitato locale e moderatrice dell’incontro .

“La crisi finanziaria ha creato un’immagine dell’Europa in contrapposizione con le politiche nazionali -afferma Tagliani, critico verso la configurazione attuale dell’Ue-: la moneta unica senza strumenti istituzionali è un elemento di debolezza, ha creato l’idea di interessi forti contrapposti a quelli nazionali”. Per il sindaco di Ferrara dunque l’idea dell’Europa unita “necessita di realismo” e deve essere quella “di un’Europa che ci appartiene e di cui facciamo parte, non che ci sta sopra”.

D’accordo col sindaco anche Malocchi, che vede nel senso di appartenenza “un elemento fondamentale che restituisca all’Europa il senso che aveva per le generazioni che sono venute subito dopo la guerra ovvero un senso di grande speranza per il futuro che oggi manca”. Il professore  sottolinea come “la premessa per un piano di sviluppo europeo è una premessa politica: bisogna dare un governo all’Europa” e sostiene che “l’unione monetaria senza l’unione politica non è più possibile. La priorità della politica economica è dare un governo all’Europa con capacità decisionale in grado di investire nella rete infrastrutturale europea e per la creazione di beni pubblici europei come l’istruzione superiore, la ricerca, l’innovazione tecnologica e le nuove fonti energetiche, indicando un nuovo modello di sviluppo”. Malocchi critica anche la gestione della crisi, in particolare l’imposizione delle misure di austerity, “non ho nulla contro il fiscal compact -afferma- ma queste misure non possono essere imposte senza un controllo democratico, cosa che oggi manca in Europa” e poi abbatte il patto di stabilità interno: “è una forma di ingessatura che impedisce agli enti locali di spendere anche se hanno le risorse, così ad esempio non possono neppure pagare le imprese private creditrici”.

“La crisi economica in cui ci troviamo -afferma Vannuccini- è una di quelle che si vivono una volta sola nella vita, è di tipo strutturale e ha le sue radici nella politica. La formula per il grande piano di sviluppo, un new deal europeo, è quella sintetizzata da Tommaso Paoda Schioppa: agli stati il rigore, all’Europa lo sviluppo. I federalisti -continua Vannuccini- chiedono un piano di sviluppo europeo perché per le nuove generazioni si apra una speranza sul futuro. Dobbiamo capire dove e in che tipo di conoscenze investire”. La paura del segretario generale dei giovani federalisti europei è che senza una politica a livello europeo si sgretoli tutto il sistema: “c’è un crollo del meccanismo di solidarietà fra Stati che può avviare un processo pericoloso, ci sono già le prime avvisaglie di populismo antieuropeo, in alcuni casi con espressione di istanze naziste e fasciste, sintomo di malessere”.

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