Attualità
24 Marzo 2013

Indebitarsi per l’arte

di Redazione | 3 min

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Antonello_da_MessinaLieta notizia del giornale oggi, dedicata alla riapertura delle due sale più significative  di Schifanoia, il monumento principe dell’arte rinascimentale ferrarese, doveroso e urgente segno della ripresa delle attività culturali dopo le offese e i danni provocati dal terremoto. Ma per Schifanoia che apre si contrappone il museo Mandralisca che chiude e questa volta per le offese e i danni del terremoto mentale e culturale a cui oggi è sottoposto il paese nel brutale asservimento della difesa dei nostri beni artistici e paesaggistici calpestati e derisi dalle ragioni politiche e economiche. Uno scandalo a cui non si può rimanere indifferenti e che viene occultato né tantomeno posto in primo piano da chi cerca di fare un carnage degno di miglior causa nella caccia spietata a creare un governo. Ma dei “punti” oggetto di proposta sembra quasi che l’ovvietà espressa dal fatto della difesa e incremento dei beni culturali in pericolo sia meno importante che so? Della Tav o dello spread o dell’ossessione economica condivisa da tutti i partiti. Allora vendiamole queste espressioni del genio italiano così vivremo economicamente tranquilli, finalmente contenti di non doversi portar dietro il vago fastidio di preservare e difendere la cultura! In tutte le sue espressioni. Il museo Mandralisca di Cefalù conserva il celeberrimo Ritratto d’uomo di Antonello da Messina una delle icone più alte della pittura italiana da molti paragonata come la risposta al maschile del sorriso della Gioconda. Non ci sono soldi e il comune chiude il Museo e licenzia il personale che da molti mesi non prende stipendio. E cosa fa il personale che ancora esprime la dignità umana? Continua a tenere aperto il museo GRATUITAMENTE Non si dovrebbe mai fare secondo l’etica del contemporaneo ma come scrive il saggio Gramellini: “Anche una lingua rotta a tutte le nefandezze come quella italiana prova imbarazzo nel dover ammettere che in certe regioni del Sud, dove un tempo la politica inventava lavori inesistenti per giustificare uno stipendio vero, oggi si tiene in piedi un lavoro solo grazie a stipendi inesistenti”. Ecco dunque il paradosso: al grido “non ci sono più soldi” si deve rispondere che sarebbe eticamente giusto  indebitarci  non solo per tener aperti ospedali e asili, scuole e servizi sociali, ma anche per non lasciare morire l’ambiente e l’arte tutta a cui dobbiamo esclusivamente il concetto di una italianità che non ci faccia vergognare di fronte a noi stessi. Sì! Sono proprio indignato. Non sopporto più il cinismo che specula solo frugando e purgando la pancia degli italiani. Che una persona intelligente ( purtroppo solo intelligente) possa scrivere una frase del genere: “Volete un governo Rodotà? Intanto io mi suicido. Quindi avete la responsabilità della mia vita. Anche se va Zagrebelsky mi suicido. Mi butto dalla Torre.” pronunciata da Giuliano Ferrara dice a qual punto il cinismo prevalga. In più nelle tragedie del rogo della città della Scienza di Napoli  o della biblioteca dei Girolimini o dei crolli di Pompei mai, putroppo, ho sentito una parola di solidarietà dalle nostre istituzioni o dalle associazioni culturali sempre pronte a difendere forse con ragione ma senza generosità solum ciò che è mio. E avete visto con quale eleganza si soprassiede al nome di Settis quale possibile ministro dei beni culturali? Che sarebbe meravigliosamente scomodo. Unica consolazione in tantà mediocrità ( ah! La nostalgia di pensare in grande…) e in tanti silenzi: il presidente della Repubblica Napolitano ha fatto commendatore per meriti culturali il carissimo amico Tomaso Montanari per la sua lotta contro i furti della Biblioteca dei Girolimini, per la difesa dell’ambiente, per le sue posizioni decise e senza “inciuci”. Siamo ben contenti di averlo premiato come il vincitore del Premio Bassani indetto da Italia Nostra di quest’anno per la difesa dell’arte e dell’ambiente. Sarebbe piaciuto molto a Giorgio!

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