Ostellato
20 Marzo 2013
Presenterà i suoi ultimi lavori "Dal marketing alla solidarietà" e "Atlantico in cargo, Liverpool-New York"

Marcello Girone Daloli per l’emergenza Zimbabwe

di Redazione | 2 min

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Marcello Girone DaloliOstellato. Giovedì 21 marzo alle ore 21 presso la biblioteca Mario Soldati in via Marcavallo 35/C a Ostellato, Marcello Girone Daloli presenta “Dal marketing alla solidarietà. Il potere della comunicazione: da strumento di propaganda a mezzo di conoscenza e solidarietà”.

Un percorso attraverso case history e aneddoti poco conosciuti tratti dalla sua esperienza lavorativa di marketing e management negli Stati Uniti con Pepsi Cola, televisiva in Italia e Spagna sino al Progetto Diga – Emergenza Zimbabwe, sino al Progetto Diga – Emergenza Zimbabwe, di cui è promotore, che illustrerà con il supporto di proiezioni fotografiche.

Verrà presentato inoltre “Atlantico in cargo, Liverpool – New York”, il nuovo libro/diario scritto su un cargo e in una insolita Manhattan.

E’ un evento no-profit e il ricavato dalla vendita del libro è interamente devoluto al Progetto Diga – Emergenza Zimbabwe.

Il Progetto diga – Emergenza Zimbabwe nasce da Marcello Girone che, tornato da un’esperienza presso l’ospedale di St. Albert nel nord dello Zimbabwe ha deciso di adoperarsi per dare acqua a migliaia di persone. L’ospedale ha un indotto di 113.000 persone (quasi come la nostra regione) con 3 medici, 26 infermieri, energia elettrica poche ore di notte e sei su sette pozzi artesiani asciutti, ovvero pochissima acqua. Gli abitanti di St. Albert sono 3.300 di cui 1.700 bambini di due scuole. Grazie a chi contribuisce a mandare avanti il Progetto Diga, oltre ad accedere all’acqua potabile, oggi possono fare qualche pasto in più alla settimana. Nel corso di 6 anni, questa sogno si è avverato. Grazie a un gruppo di volontari che lavorano gratuitamente, in diverse regioni del nord Italia si sono raccolti i fondi per terminare una diga, portare un chilometro di tubature fino all’ospedale, montare due impianti di potabilizzazione (realizzati in Italia e spediti dall’Onu attraverso il ministero degli affari esteri) che oggi garantiscono acqua potabile per oltre 10.000 persone e irrigare 4 ettari di campi. Spesi: 158.000 euro raccolti grazie a tante piccole iniziative e con il passaparola. Con questi soldi si è solo comprato il materiale. La manodopera è stata messa dalla popolazione. Non sono stati mandati soldi in loco. Anche gli ingegneri e i tecnici che vanno in loco sono volontari. Ogni movimento sul conto corrente dedicato è reso trasparente. Ora si devono mantenere le infrastrutture realizzate e continuare a portare avanti quello che solo sei anni fa sembrava impossibile: dare da bere e da mangiare a chi non ne ha per sopravvivere. Con poco si può cambiare la vita di migliaia di persone!

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