Cronaca
13 Marzo 2013
Dalle indagini è emerso che Arsan Kalenskyy, arrestato per un colpo in corso Porta mare, sarebbe responsabile di un'altra tentata rapina

La squadra mobile denuncia rapinatore di gioiellerie

di Redazione | 2 min

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La gioielleria di corso Porta Mare

La squadra mobile della polizia di Ferrara ha denunciato il presunto autore della tentata rapina avvenuta il 28 dicembre scorso alla gioielleria “Aurum”, in corso Porta Mare. Si tratta di un trentasettenne, Arsan Kalenskyy, che era è stato colto in flagrante pochi giorni dopo, il 30 dicembre, mentre tentava un nuovo colpo in un altro negozio di oggetti preziosi ferraresi in via Montebello.

In quell’occasione (vai all’articolo) Kalenskyy si era presentato in compagnia di una ragazza all’interno dell’orificeria Toffalini, chiedendo di poter vedere un anello in esposizione e promettendo di tornare per l’acquisto. Solo un piccolo sopralluogo per il rapinatore, perchè pochi giorni dopo tornò sul posto da solo, col pretesto di rivedere l’anello, intenzionato a effettuare la rapina. Infatti appena il titolare della gioielleria si girò verso la vetrina di esposizione, Kalenskyy lo colpì violentemente alla testa e lo legò con alcune fascette, per poi cominciare a riempire di oggetti preziosi le due borse che aveva con se.

Il rapinatore fu arrestato da una volante della polizia durante la fuga, dopo che gli agenti videro il proprietario del negozio correre in strada con la testa insanguinata e il rapinatore sfrecciare via in bicicletta con il suo prezioso carico.

Ieri per Kalenskyy è giunta la nuova denuncia da parte della squadra mobile, per la tentata rapina del 28 dicembre in corso Porta Mare, denuncia che gli è stata notificata in carcere. Gli investigatori infatti hanno raccolto elementi che legherebbero i due episodi a un unico responsabile. “Un testimone che era presente sul posto – spiega il dirigente della squadra mobile, Andrea Cruccianelli – ha riconosciuto fotograficamente l’indagato, e i riscontri e gli accertamenti che abbiamo svolto ci hanno permesso di appurare che l’indagato si trovava in quella stessa zona nel momento in cui è stata tentata la rapina”.

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