Il Pdci attacca e Rifondazione risponde. Il voto contro del consigliere comunale Irene Bregola sul bilancio di previsione 2013 continua a scuotere la doppia anima della lista unitaria della Federazione della Sinistra. Il segretario provinciale Pdci Italo Cariani e il presidente della Circoscrizione 2 Fausto Facchini non avevano risparmiato parole per esprimere il malcontento con cui il Partito dei comunisti italiani avrebbe considerato l’operato di Bregola (vai all’articolo).
Cariani notava e denunciava una sorta di “ostracismo” nei confronti della giunta ferrarese da parte del consigliere, che sentendosi accusata ora risponde a tono: “ricordando il sostegno al bilancio di previsione garantito nelle Circoscrizioni, il Pdci intende semplicemente riaffermare la propria fedeltà alla maggioranza. Ed è precisamente in ragione di questa considerazione che risulta quantomeno bizzarro che Facchini si dica coerente con il patto elettorale di tre anni e mezzo fa. Bizzarro perché quel patto prevedeva una collocazione politica alternativa alla maggioranza che attualmente governa il Comune di Ferrara”.
Per la segreteria provinciale di Rifondazione questo impegno sarebbe stato ripetutamente disatteso negli anni: “i consiglieri del Pdci hanno votato favorevolmente alle manovre di bilancio ben prima che il Consiglio comunale si esprimesse, naturalmente evitando di coinvolgere nella scelta Rifondazione comunista e di praticare il metodo evocato a garanzia dei soprusi”. Arriva dunque la replica, con le accuse rimandate al mittente: “al contrario di quanto Facchini e Cariani sostengono, nel corso di questa consiliatura Rifondazione Comunista ha sempre tenuto un profilo responsabile, valutando nell’assemblea consiliare i singoli provvedimenti senza alcun pregiudizio”.
In chiusura le scuse rivolte ai cittadini, “costretti in polemiche di questa levatura”, e i buoni propositi per l’anno nuovo: dare corpo e vita a “una sinistra realmente alternativa alla cosiddetta Agenda Monti e al neoliberismo, una sinistra che proponga di riscrivere i provvedimenti del governo su mercato del lavoro, pensioni, pareggio di bilancio e fiscal compact: tutte misure inique e recessive che, come ha chiarito lo stesso Bersani al Wall Street Journal, il Pd non intende purtroppo porre in discussione”.
In merito al percorso intrapreso a livello nazionale da Pd e Sel Irene Bregola precisa: “abbiamo fatto un’altra scelta e non accettiamo di certo lezioni di coerenza da chi un giorno vota alle primarie del Pd, sottoscrivendone la carta d’intenti, e il giorno dopo, trovando porte chiuse, si precipita alle assemblee di costruzione del IV Polo, dove invece viene avanzata una proposta politica alternativa”. Nella lista delle cose da fare sono due le voci segnate da Bregola: evitare le polemiche sterili e destinare ogni energia al lavoro per la difesa degli interessi sociali colpiti: “oggi per noi è prioritario parlare di lavoro – sostiene Bregola -, sostenere redditi e pensioni, proporre nuovi diritti di cittadinanza. In una parola, lottare per costruire, con Ingroia e tutti i non allineati, un’Italia più giusta”.