Economia e Lavoro
12 Dicembre 2012
Vitali: “La proroga quinquennale è un'aspirina data ad una malato gravissimo”

Stabilimenti balneari, un “grande pasticcio”

di Redazione | 2 min

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Comacchio. Un “grande pasticcio”. Battezza così Gianfranco Vitali la vicenda degli stabilimenti balneari che una riduzione a cinque anni della proroga delle concessioni. Anche se, “sinceramente – puntualizza il presidente di Ascom Confcommercio Comacchio – ho i miei dubbi venga trasformato da decreto a legge vista la confusione che regna a Roma dopo la crisi del Governo Monti”.

Una proroga di cinque anni che “se non verrà approvata produrrà dolori veri. Ma chiariamo, la proroga quinquennale è un’aspirina data ad una malato gravissimo. Siamo di fronte ad un piccolo contentino che il mondo della politica ha realizzato solo per prendere tempo di fronte alla complessità della crisi che coinvolge il mondo del turismo ed in particolare l’area del turismo balnerare – prosegue Vitali – per fare investimenti degni di questo nome, significativi, importanti in grado di incidere postivamente ed in maniera strutturale sull’ospitalità oggi servono tempi di ammortamento di almeno 15 o 20 anni. Quindi cinque anni sono largamente insufficienti. Figuriamoci poi in settore dove le imprese famigliari in pratica costituiscono la totalità delle gestioni dgli stabilimenti balneari sulla costa e dove i bilanci familiari coincidono sempre più spesso con quelli dell’impresa con tutte le complessità che ne derivano. L’ideale sarebbe stato parlare ed approvare proroghe trentennali. Qui è in gioco il futuro del turismo”.

Preoccupato anche il presidente provinciale di Fipe – Confcommercio,  Matteo Musacci: “questa direttiva, mi riferisco alla Bolkenstein, viene calata dall’alto e non tiene conto della particolarità e del caso italiano che è completamente diverso da quella del resto d’Europa in tema di balneazione. Chi siede nel parlamento europeo e chi ci  rappresenta in generale oggi più  che mai ha la responsabilità morale prima ancora che politica di risolvere una situazione che rischia di mandare letteralmente in rovina migliaia di imprese e migliaia di famiglie. E ricordiamoci che tale crisi coinvolgerebbe a caduta un mondo altrettanto numeroso dell’indotto. Il meccanismo delle  aste come ipotizzato dalla Bolkenstein difficilmente permetterà alle imprese della nostra costa di poter acquisire i loro stabilimenti balneari dove hanno investito tutte le loro risorse”.

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