Economia e Lavoro
20 Novembre 2012
Manifestazione con qualche disordine contro la direttiva Bolkenstein. Montanari (Pd): "Verificare con Ue applicazione legge spagnola"

I bagnini di tutta Italia protestano in Regione

di Redazione | 5 min

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(foto gentilmente concessa da ‘Il Fatto Quotidiano’)

‘No alle aste’ e ‘No alla Bolkenstein’. Sono i principali slogan della manifestazione dei balneari davanti alla Regione Emilia Romagna contro la direttiva Ue che dal primo gennaio del 2016 metterà all’asta le concessioni anche sugli arenili italiani. Una manifestazione con qualche disordine: una piccola carica delle forze dell’ordine contro alcuni manifestanti che cercavano di sfondare il cordone degli agenti, una bandiera italiana bruciata simbolicamente, scoppi di petardi. Nulla di grave, s’intende, per un’iniziativa nazionale che contava migliaia dipartecipanti, alcuni giunti anche dalla Sardegna e dalla Calabria, tutti in viale Aldo Moro per far sentire la propria voce su un tema sensibile per chi, proprio sulle concessioni delle spiagge, ha investito denaro, tempo e futuro.

C’erano anche, inutile dirlo, i balneari dei sette Lidi di Comacchio, fra i più rumorosi e vivaci in questa che rappresenta la prima di una serie di manifestazioni programmate in altre Regioni italiane contro la direttiva Bolkenstein. L’impegno che viene chiesto alle stesse Regioni è quello di premere sul Governo affinché venga adottata la stessa legge che in Spagna ha permesso di prorogare le concessioni demaniali per altri 75 anni senza incorrere, almeno per ora, in sanzioni da parte dell’Ue. Il Consiglio regionale dell’Emilia Romagna ha approvato all’unanimità una risoluzione presentata dal capogruppo Pd Marco Monari a sostegno della richiesta dei balneari.

Sul tema è intervenuto in aula anche il consigliere regionale ferrarese Roberto Montanari (Pd), che ha voluto ricordare come, con la risoluzione presentata oggi, si chieda al Governo “di sospendere l’iter di recepimento della Direttiva in attesa di indispensabili chiarimenti”. “La direttiva Ue – afferma Montanari – impone che a partire dal 2015 l’affidamento delle concessioni sul demanio marittimo avvenga attraverso bandi con procedura ad evidenza pubblica. La direttiva, voluta per avvantaggiare imprese e consumatori attraverso la riduzione di molti passaggi burocratici, pone però molte difficoltà alle piccole e piccolissime imprese locali, poco competitive su mercati troppo vasti e agli operatori del commercio ambulante e su aree pubbliche.”

“Negli scorsi mesi – sottolinea il consigliere Pd – il recepimento da parte di alcuni Paesi europei è avvenuto con modalità che sembrano contrastare con i principi della Bolkestein, ma che hanno ottenuto il placet dell’Ue. La Spagna, ad esempio, ha prorogato di ben 75 anni le concessioni demaniali marittime in scadenza nel 2018 per ragioni di tutela ambientale e per la salvaguardia del patrimonio immobiliare e imprenditoriale, evitando così l’asta pubblica prevista dalla direttiva Ue”.

“Riteniamo che il caso spagnolo richieda un confronto immediato fra Governo italiano e vertici europei. La Regione è al fianco dei lavoratori impegnati nel settore, e con la risoluzione presentata oggi – conclude Montanari – invitiamo il Governo ad attivarsi in sede Ue affinché le medesime eccezioni riconosciute alla Spagna siano accordate a tutti gli Stati membri al fine di evitare disparità di trattamento e a sospendere l’iter di recepimento della Bolkestein in attesa dei chiarimenti necessari”.

Ooltre a quella di Monari, in Consiglio regionale sono state presentate sull’argomento altre due risoluzioni. Anche la seconda risoluzione sul tema, presentata da Tiziano Alessandrini (Pd, primo firmatario) assieme ad altri consiglieri del Pd e sottoscritta da Monica Donini (Fds), Gian Guido Naldi (Sel-Verdi) e Franco Grillini (Idv), riguarda la direttiva Bolkestein. In particolare, la revisione dei canoni demaniali marittimi. Il documento impegna la Giunta  ad intervenire presso il Governo “per richiedere la rateizzazione dei pagamenti dovuti dagli operatori e la sospensione delle esecuzioni sulle situazioni attualmente aperte che, nel caso di mancato pagamento delle cartelle esattoriali, rischiano di determinare la chiusura di molte imprese”. Altra richiesta: “sollecitare presso il Governo l’apertura di un tavolo sul tema che coinvolga le Regioni e le associazioni di categoria, al fine di una rideterminazione più equa dei criteri di individuazione del canone (in alcuni casi superano il 300%) e dei parametri dell’Osservatorio mercato immobiliare (Omi)”. Nella risoluzione si sottolinea che “un aumento così consistente, per di più calato in un contesto di crisi come quello attuale, mette in seria difficoltà le imprese che hanno beni incamerati e rischia di produrre ripercussioni negative sull’economia dei territori rivieraschi della nostra Regione”.

Infine la terza risoluzione, primo firmatario sempre Tiziano Alessandrini (Pd), invita la Giunta ad attivarsi presso il Governo e in sede di Conferenza unificata, al fine di definire se la nozione di “risorse naturali” o “capacità tecniche disponibili” sia o meno applicabile ai posteggi utilizzati per l’esercizio del commercio su aree pubbliche, e se conseguentemente le relative concessioni non rientrino fra i casi contenuti nel decreto legislativo 59/2010 (comma 4 dell’art. 16). Nella definizione dei criteri per il rilascio e il rinnovo della concessione dei posteggi, il documento chiede che si applichino le deroghe previste, in particolare, per “scarsa rilevanza economica” e che sia sostituito il comma 5 dell’articolo 70 del decreto col seguente testo: “Le Regioni, senza discriminazioni basate sulla forma giuridica dell’impresa, stabiliscono norme per il rilascio e il rinnovo delle concessioni di posteggio sulla base dei criterio prioritario della professionalità, desumibile in primo luogo dalla maggiore anzianità del titolo autorizzatorio e/o concessorio”. La risoluzione, infine, chiede che la durata delle concessioni/autorizzazioni sia di 12 anni e che, nella fase transitoria, tutte le autorizzazioni/concessioni in essere alla data di entrata in vigore dei nuovi criteri, siano automaticamente rinnovate per 12 anni dall’entrata in vigore del d.lgs 59 indipendentemente dalla loro scadenza originaria.

“L’Emilia-Romagna negherà l’intesa sul decreto del Governo fino a che non verrà fatta chiarezza in Europa sulle concessioni demaniali”. L’assessore regionale al Turismo Maurizio Melucci ha sintetizzato così la posizione della Regione durante l’incontro, insieme al sottosegretario alla presidenza della Giunta Alfredo Bertelli, con una rappresentanza dei balneari durante la protesta davanti al palazzo della Regione. I rappresentanti di Sib Confesercenti, Fiba Confcommercio, Cna balneatori, Assobalneari e di alcuni comitati locali sono stati ricevuti in Regione, insieme ai rappresentanti di Upi e Anci.

Dopo che il Governo di Madrid ha approvato una legge che proroga le concessioni demaniali per 75 anni, “la Regione ha chiesto ufficialmente al Governo di andare a Bruxelles e chiarire analogie e differenza tra Italia e Spagna”, ha spiegato Melucci. “Vogliamo uniformità di trattamento e la corretta applicazione del principio della libera concorrenza per tutte le attività economiche. Del resto se in Spagna viene accettata la proroga, anche noi vogliamo la proroga”. “Lavoriamo per soluzioni percorribili, possibili e condivise – ha sottolineato Bertelli – senza demagogie e stando al merito della questione, che abbiamo ben presente e che ci interessa”.

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