Attualità
9 Novembre 2012

CAP: Comunque abbiamo pagato!

di Redazione | 9 min

Dopo l’ultimo fortunato  post che ha suscitato attenzioni anche d’oltralpe, ho pensato questa volta di mantenermi più leggero. Vi parlerò da “banalotto” studente universitario e sottolineo “non tecnico in materia” di  un problema che affligge le tasche della nostra categoria ogni anno nel periodo invernale: il CAP. Cos’è, direte voi? Una squadra speciale anticrimine? No, l’inverso. Trattasi cioè di una procedura ben poco cristiana effettuata da quasi tutte le compagnie fornitrici di gas.

Quando è tempo di riaccendere i termosifoni nell’ormai lugubre cittadina estense, vuol dire che il letargo è prossimo per tutti. Servono infatti due gocce d’acqua ed umidità per portare l’ Italiano medio a rintanarsi nella propria casa con pizza, pantofole e film. D’ altronde, a chi non piace? Ma non tutti siamo già dotati di caldissime stufe  “a pellets” che farebbero risparmiare ad ognuno di noi pesanti imposte sul gas metano, quindi chi con termostati orari automatici,  chi con la levetta manuale, siamo costretti a riattivare tutti quei cilindri in ghisa presenti nelle nostre camere.

Una volta giunto a Ferrara, il benvenuto da parte delle società di fruizione gas non si è fatto attendere, nel contempo anche l’infarto. L’ammontare della prima bolletta del gas era di € 327,50 per un appartamento di 75mq che dividevo con mio fratello. Ricordo che lui mi chiese:

-Michele, hai acceso tu il gas a palla negli ultimi due mesi?-

-No, Valerio ti pare? Mamma ci ha comprato anche le vestaglie in “pile” e le calzamaglie proprio per evitare di usare costantemente il termosifone- risposi.

-Perfetto e allora mi sai dire da dove saltano fuori 327 euro di gas?- continuava incredulo Valerio.

Le domande erano tutte lecite e spontanee, le risposte un po’ meno. Il tempo passava e i problemi universitari aumentavano, le chiamate verso lo sportello clienti della compagnia fruitrice non avevano alcun esito positivo. Quindi decidemmo di tirare fuori il “cash” e di vivere 20 giorni con poco meno di 15 euro a cranio avanzati dalla prima rapina della società. Caratterialmente non siamo mai stati soliti chiedere più soldi di quelli pattuiti dai nostri genitori quindi abbiamo iniziato a fare  vari lavoretti per tirare avanti la “baracca”. Pensavamo così di rivolgerci al nostro proprietario di casa per capirci qualcosa,  giungendo alla conclusione che era più semplice avere contatti con gli alieni o con gli spiriti del passato, che sperare nella sua apparizione. Andare direttamente presso la sede della società e muovere dunque guerra? Mia madre è sempre stata spaventata per queste mie repentine decisioni, sapientemente ammaestrata dagli episodi già visti nel mio Sud e che mi hanno inevitabilmente portato a fuggire lontano. Avevo un patto con lei che si riassume nel brocardo familiare “stai fuori solo se non combini guai anche lì”. Decisi di mantenere la promessa fatta, di placare i miei istinti iracondi e di credere che in realtà dall’altra parte poteva esserci sempre un po’ di bontà e un margine di errore.

Ma il freddo era sempre più pungente in quel di C.so Biagio Rossetti ed usare vecchi termoconvettori a millemila watts di consumo, avrebbe significato vendere su “ebay” un rene di mio fratello sul mercato illegale cinese. Il gatto preferiva come plausibile star fuori casa e, quando rientrava, cercava conforto sotto la mia vestaglia costellata da artiche stalattiti. Anche l’acqua nella pentola aveva problemi, bolliva con un vergognoso ritardo, un margine di ritardo che avrebbe preoccupato anche Trenitalia per la mole infinita di biglietti da rimborsare. Per non parlare poi di frutta e verdura, che trovavano miglior luogo di conservazione nella temperatura di casa piuttosto che in quella del frigorifero: le concezioni di temperatura ambiente e temperatura frigo erano improvvisamente invertiti. Grazie alla famosa rapina dell’ ente gas, le nostre spese successive furono limitate alla sola pasta, qualche barattolo di pelati e pane: scene drammatiche napoletane anni ‘30 da “Miseria e Nobiltà”. Cinema? Discoteche? Locali? Cocktails? Shopping? Pizza? Per due mesi tutto questo lo vedevo con gli stessi occhi di un profugo sbarcato a Lampedusa.

Valerio studiava e, quando parlavamo, preoccupanti nubi di vapore acqueo salivano verso il soffitto. Il timore era che si potessero ricreare con un conversazione molto più lunga ed ampia, le stesse condizioni che portano alla pioggia e alla neve. Capivo poco di scienze ma mi sembrava che ci fossero tutti i requisiti per attuarsi in quella situazione, quindi preferimmo tacere sempre più spesso…poi ecco avvicinarsi il tempo del secondo “stipendio” dei nostri genitori! Appena il tempo di esultare che simultaneamente dietro l’angolo c’era già l’occhio vigile Sauron della crudele società fornitrice. Vedevo ancora quel logo maledetto stampato sulla busta bianca, tremavano le mie dita, avevo bisogno di Valerio con me per poter aprire quel tetro messaggio che puzzava di gas mortale, la busta s’appesantiva ad ogni scala che salivo, ed infine giungevo nel mio appartamento per ricevere le future pene. Poi a bruciapelo mi facevo forza guardando il mio caro nonno defunto chiedendo a lui che ci fosse più clemenza, ma il destino fu spietato: € 350 di gas!

In quel momento si riaccese l’istinto che avevo tenuto a freno per la promessa fatta a mia madre, ma moltiplicato all’ennesima potenza. Caldo, ora avevo caldissimo, tolsi tutto ciò che avevo addosso per il sudore, al diavolo le vestaglie e le calzamaglie, direzione armadio, abiti da combattimento, armato di bolletta precedente, maglietta mimetica e subito via verso la sede del gas letale.

Era in una zona fuorimano, la cosa mi confortava infatti, in caso di istinti omicidi, avrei potuto avere anche il tempo di occultare i cadaveri e far esplodere la centrale.

Giunse il mio turno dopo un periodo smisurato di assenza dagli uffici delle persone preposte all’ assistenza clienti, ma il mio capro espiatorio era proprio dinnanzi a me. La conversazione ebbe luogo in questo modo:

-Signorina, io non ho mai acceso la caldaia dall’inizio della stagione, mi può spiegare per quale diavolo di motivo mi ritrovo a dover pagare 350 euro ogni due mesi?-

-Certo, guardi lei ha la fortuna di essere nel piano CAP-

-Tolga immediatamente parole come “fortuna” perché potrei divenire davvero cattivo-

-Ma guardi, si calmi, forse lei non ha capito. Le spiego con questa brochure perché è fortunato-

-Signorina lei, per evitare vocaboli poco comodi, le dico che di questa brochure sa sicuramente meglio di me cosa farne, ma le posso garantire che io non sono interessato. Quindi tolga definitivamente dalla sua dannata bocca la parola fortuna e cominci a parlare con termini appropriati! Nessuno paga le tasse con il sorriso. E la fortuna oggi è arrivare solo a fine mese!  –

-Certamente, ora con calma le spiego il funzionamento. Nella sua abitazione è stata fatta una previsione di ***** metri cubi sulla base di precedenti consumi. Noi non vorremmo mai che voi arrivaste a fine mese con l’acqua alla gola per aver pagato tutto insieme in un’unica volta, quindi “spalmiamo” l’ammontare diviso sei-

– Io non so chi prevede il futuro da voi ma io sono appena entrato in questa dannata casa! Io voglio sapere esattamente quanto ho speso e pagare per quello che ho speso, punto! Chiedo tanto?-

-Ma non si preoccupi, lei paghi in questo modo, tanto alla fine c’è il conguaglio e le restituiamo tutto quello che non ha speso-

-Ma per quale motivo io dovrei pagarvi qualcosa che non mi avete ancora dato, secondo una vostra visionaria e lungimirante previsione? Io ho mia madre che mi ha dato calzamaglie e vestaglie per evitare di tenere accesi sempre i termosifoni. Questo l’avevate previsto? NO! Quindi mi tolga immediatamente questo meccanismo che mi avete “appioppato” di default senza alcun mio consenso. Mi dica immediatamente quanto ho speso o chiamo i carabinieri!-

– Si calmi! Chiamo il direttore così le spiega meglio questo vantaggio-

-Ancora vantaggio? Fortuna? Ma lei è strana sul serio. IO PAGO QUEL CHE CONSUMO PUNTO! Scendesse anche il Papa dal Vaticano a convincermi-

-Dunque un attimo solo che controllo il suo codice cliente. Lei ha speso esattamente €17, 52centesimi fino a questo momento-

-Signorina, ma lei sa che a casa mia a causa del vostro modus operandi del cavolo si sta riproducendo un clima da taiga e tundra, con muschi e licheni annessi? Sa che per la vostra fortunata trovata, noi abbiamo smesso di avere un ritmo di vita normale per arrivare a fine mese? Sa che se io l’avessi invitata a cena da me avrebbe cenato con il cappotto? Solo perché voi, società di ********, volete assicurarvi un’ entrata costante al mese eliminando le spese degli addetti alle letture dei contatori? Facendo credere a tutti noi che siamo addirittura FORTUNATI! Ma si metta nei panni di uno studente universitario fuorisede che ha a stento complessivamente 250 euro per vivere e per bollette!-

La signorina improvvisamente annullò la bolletta, diede ragione e consigliò di fare SEMPRE l’autolettura.

Ricapitoliamo un po’ adesso quello che accade nella fattispecie e proviamo a pensare se si possa trattare di una pratica congrua.

 

Dunque si paga una cifra spropositata per un consumo che non è mai avvenuto e che, a loro dire, risulta essere addirittura un favore, che assicura che l’utente non sia mai in difficoltà nel poter pagare (te lo mettono in quel posto e pretendono anche un grazie).

 

L’idea sarebbe quasi nobile se il consumo annuo previsto fosse realmente calcolato sui consumi dell’anno precedente, ma non è così, infatti trattasi spesso e volentieri di consumi immaginari fatti con vere e proprie palle di cristallo. E poi, qualcuno ha mai firmato qualcosa per avere di default questo “favore”? Ovviamente no! Siamo quindi privati arbitrariamente e ingiustamente ogni 2 mesi di oltre 250 euro per un bilocale da 45mq (immaginate l’ammontare per appartamenti più grandi) per una spesa mai effettuata.

-Ma tanto alla fine c’è il conguaglio- afferma la compagnia. Certo che c’è il conguaglio! Ma tu mi stai privando di una somma che mi porterà a far sacrifici tutti i giorni per arrivare a fine mese! E a me chi li paga questi sacrifici? Vogliamo dare un valore economico anche ai sacrifici o no? Solo perchè vuoi assicurarti un’entrata costante ogni mese per pagare i tuoi dipendenti e vuoi abbattere i tuoi costi di lettura dei contatori del gas, il povero cittadino deve essere dissanguato?

 

E poi, questo conguaglio come sempre si dissolve nel nulla con le tasse che vengono inserite a fine stagione.

AMICI UNIVERSITARI E NON il mio consiglio è: FATE SEMPRE L’AUTOLETTURA! Trovate tutte le informazioni per poterla fare o sul sito web o sulla bolletta. Da quel momento mettetevi sempre mille promemoria sparsi per casa, una vostra dimenticanza potrebbe essere fatale.

 

Quindi andate in sede e fate cambiare con toni aspri e decisi il procedimento di “defaut” (se non lo capiscono così dite “di favore”) perchè pagherete infiniti euro per un servizio che arriverà SEMPRE in misura minore delle vostre esigenze!

 

In fin dei conti trattasi del normale “Italian System”, vuotar le tasche del prossimo con il sorriso.

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