Attualità
27 Ottobre 2012

Laurearsi a Ferrara, il momento più basso della vita di un uomo

di Redazione | 5 min

Leggi anche

Al via i lavori del nuovo asilo nido a Quartesana

Posata la prima pietra del futuro asilo nido di Quartesana. Si tratta di un nuovo spazio nella frazione di Ferrara, in via Tono Zancanaro, che sarà dedicato all'educazione e alla cura della prima infanzia

Da come si evince, il titolo di questo ennesimo capitolo della mia trattazione narrativa ha poco a che fare con la felicità e l’ironia che spesso colora le mie parole.

E’ un racconto pesante, intriso di orrori e misfatti, umiliazioni pubbliche e severe bastonate, torture ravvisabili in musei medioevali, di cruenti boia e di falsi sorrisi, di trasformazioni di chi hai sempre ritenuto un amico nel tuo perfetto aguzzino. No, i goliardi non centrano questa volta, non sono loro i carnefici.

Ho sempre pensato alla fine del mio percorso di studi come un momento di gioia, di libertà infinita, di urlo, rutto e peto libero, ma quando son giunto a Ferrara tutto questo si è dissolto nell’ acido della follia più degenerante. Il momento della laurea qui si trasforma nel peggiore degli incubi che la mente umana possa essere in grado di trasfigurare: in quel momento ogni preghiera è vana . . . la definizione di pietà improvvisamente è spazzata via dal dizionario comune.

Dopo esser saliti sull’altare della gloriosa proclamazione, dove ognuno di noi si incarna inverosimilmente ne “l’uomo dell’anno”, la corona d’alloro effettua subito una drastica mutazione divenendo ricca di spine e di olii che facilitano la perforazione delle tempie del malcapitato. Il passo di discesa dall’altare decreta ufficialmente l’inizio verso quello negli inferi con funeste tribolazioni che da lì a breve accadranno. Non basta l’idea di esser passati da studenti impiegati a disoccupati inconsapevoli … no!, a tutto ciò si unisce l’umiliazione e la fustigazione corporale, frustate che neppure Barabba ha mai ricevuto.

Ricordi il tuo caro amico d’Università al quale hai confidato i tuoi tradimenti, i tuoi problemi di salute, i tuoi pareri personali su persone che entrambi avete conosciuto, i tuoi vizi e difetti?, dimenticalo! Sarà il primo Giuda che si lascerà corrompere da chi non ha aspettato altro per fartela pagare. Di colpo vieni immediatamente condotto verso improvvisate camere di vestizione, selvaggiamente truccato senza gentilezza alcuna con “matitoni” da ingegnere edile in grado di scavare anche nel cemento, spogliato dei tuoi costosi abiti acquistati per l’occasione anche con sacrifici e addobbato da ciò che in quel momento risulta più mortificante dai registi della tua “Via Crucis”. Rabbia, sgomento, rassegnazione, paura, forse nessuno di questi aggettivi potrà meglio rappresentare l’animo del neo laureato.

In poco tempo si è all’aria aperta e condotti nella seconda fase del Calvario: il manifesto dell’espiazione. Guidato sottobraccio nel tripudio di folla che ti schernisce da ogni lato, lanci uno sguardo ai genitori increduli e amareggiati, consapevoli del fatto di non poterti salvare dal nefasto destino. Il tuo amico di sempre è completamente invasato e inizia a farti leggere il manifesto dove sei presentato ovviamente come un perfetto cretino. Il testo da leggere risulta di ardua comprensione logica e grammaticale nella gran parte dei casi, versi e rime che farebbero pena anche a quelli pronunciati durante i “Ludi Fescennini” laziali. Munito della più scadente bottiglia di vino acquistato nel più disonorevole “discount” della città, inizi a leggere sotto molestia, costrizione e ad alta voce, tutto ciò che non avresti mai voluto dire: in questo momento i tuoi genitori e parenti sono informati su tutta la conduzione della tua vita universitaria. Se hai mosso i tuoi primi passi verso il mondo gay e sei consapevole che nel tuo Sud rischi la lapidazione, se hai rubato biciclette, se hai fatto il marpione in giro, se hai fatto spinelli a destra e sinistra, se piuttosto di studiare hai passato le tue notti insonni a giocare a poker, se hai raccontato balle ai tuoi genitori circa i tuoi esami, se sei un assiduo frequentatore di locali per scambi di coppia, se hai avuto infezioni ai genitali a causa dei tuoi rapporti libertini, se hai avuto una relazione con un assistente pur di passare l’esame, se hai rifornito di stupefacenti un collegio di assistenti pur di passare un esame, se hai speso i soldi dei tuoi genitori per acquistare l’Xbox, se non hai mai frequentato i corsi di mattina a causa delle notti Erasmus tra alcol e tutto il resto, sappi che sarà tutto scritto e portato a conoscenza di tutti.

Ogni volta che sbaglierai a leggere le tue colpe sarai costretto a bere quella famosa bottiglia da discount rendendo le cose sempre più difficili, tra schiaffi e calci in culo. Nel frattempo gli ex amici e artiglieri avranno fatto la loro spesa a base di uova, maionese, salse varie, liquidi di ignota provenienza, farina e altre diavolerie decretando così l’ avvio dei deprecabili festeggiamenti. In alcuni casi più critici potrai essere costretto a sorreggere per tutto il cammino nelle accidentate vie del centro una grave croce di legno. In altri più fortunati semplicemente a renderti ridicolo agli occhi della piazza magari con uno “scopettino” del water sotto il patetico e ridondante inno all’idiozia umana che ahimè conosciamo tutti: “dottore dottore, dottore del buco del cul, vaffancul vaffancul!”. Preferiresti piuttosto trovare un cappio, almeno potrai porre fine alle tue sofferenze, invece la punizione peggiore deve ancora sopraggiungere: il muro del pianto.

Mi son ritrovato spesso come osservatore presso questo muro e con sdegno ho ammirato la felicità dei presenti nel vedere il proprio amico o fratello picchiato selvaggiamente e lapidato con uova. Addirittura nel  caso del compagno di laurea di mio fratello, ho assistito incredulo alla rottura di un dente a mezzo di una violenta rappresaglia di uova, il qual dente fu esposto trionfalmente come il “vello d’oro”  dal Giasone di turno sotto le risa incivili dei presenti. Le mura della città di Ferrara  nei periodi delle lauree prendono le sembianze di quelle della Troia narrata da Omero nell’ Iliade, dove barbaramente Ettore veniva trascinato in corsa dal carro di Achille.

Da  sei anni ormai esamino questi bizzarri e a tratti incivili riti popolari di queste zone, ma non riesco ancora a capacitarmi della “ratio” che può spingere un essere umano a trovar godimento e grasse risate in questi modi di fare che risvegliano la più innata idiozia. Al di là delle mie contrarie considerazioni personali e del mio sorriso che sempre manca in queste situazioni, ritengo che ci sia modo e modi di festeggiare con metro civile, senza imbrattare muri, urlare come esseri sotto esorcismo, ubriacarsi fino al coma etilico, lanciare a velocità incredibili uova, atti di vandalismo, perché spesse volte un momento di felicità collettivo può convertirsi nel “momento più basso della vita di un uomo”.

 

PS: Mamma, io per questo non mi sono ancora laureato.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com