Cronaca
22 Ottobre 2012
Maschere da maiali sui volti, il collettivo ferrarese da Formigoni

L’Alieno: “Chiudiamo le Regioni, apriamo le prigioni”

di Redazione | 3 min

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Le esuberanti proteste del performer Andrea Amaducci e del collettivo “Il sogno dell’alieno” questo pomeriggio hanno sorpreso anche Roberto Formigoni. Il presidente della Lombardia si trovava alle 14.45 a Milano per presentare quella che viene definita dal collettivo “la nuova leggendaria giunta regionale” che accompagnerà il leader politico alle elezioni anticipate. Amaducci e compagni si sono presentati prima dell’evento davanti all’ingresso di Palazzo Lombardia – ex Pirelloni bis – con l’obiettivo dichiarato di “inviare esortazioni e consigli di buon governo e buon senso”. Un target ironico come ironica è stata l’intera messa in scena, annunciata poche ore prima sui social network. Sulla pagina Facebook del collettivo si spiegava, con esibito umorismo: “l’eroico gruppo di lavoratori della nuova giunta – scelti a quanto pare nel weekend dall’infaticabile presidente regionale -, si accinge a lasciare un segno glorioso sul tramonto dell’intrepida amministrazione”.

Da questo l’esigenza di fornire loro alcune indicazioni, come ad esempio “chiudiamo le Regioni, apriamo le prigioni”. Maschere da maiali sui volti, vestiti eleganti, biancheria intima in bella vista e cartelli alla mano, i ragazzi hanno come al solito coniato pochi ma severissimi slogan. Tra le varie provocazioni anche un esplicito riferimento alle lussuose vacanze che Pierangelo Daccò – il faccendiere accusato per associazione a delinquere, bancarotta e altri reati legati al dissesto dell’ospedale San Raffaele di Milano, recentemente condannato a dieci anni di carcere – avrebbe pagato a Formigoni. Si leggeva infatti su uno stendardo: “soldi, festini e vacanze in ogni stagione, che bello stare in Regione”. Il blitz è durato pochi minuti, giusto il tempo di attirare l’attenzione di dipendenti e passanti. “Una performance anni Settanta” l’ha definita Amaducci: l’artista stava in piedi in mezzo ai ragazzi travestiti da maiali, che saltavano al suono del suo fischietto – “a rappresentare i festini” -, poi cadevano – “si ingrassavano” -. Infine gli si avvicinava per indossare anche lui la maschera suina – “anche il puro viene fagocitato dal sistema” -.

Per il gruppo di artisti – diverse le provenienze geografiche dei suoi componenti, la base resta Ferrara – non si tratta di un’uscita estemporanea. Già da diversi mesi “Il sogno dell’alieno” insegue gli appuntamenti politici e culturali più caldi della penisola: dall’esordio in mutande a Rimini, al meeting nazionale di Cl in occasione dell’intervento del premier Mario Monti (vai all’articolo), alla sortita in laguna per la Mostra del cinema di Venezia; dal tentativo fallito alla festa Pd di Modena al palco conquistato in boxer bianchi e giacca elegante al raduno nazionale di Idv, a Vasto. Ogni appuntamento ha cercato di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica su uno specifico argomento – dalla gestione della ricostruzione in Emilia alla crisi dei mercati finanziari -, ma il minimo comune denominatore dell’operazione è rimasta la mutanda, esibita come simbolo della precarietà italiana.

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