Poggio Renatico
10 Ottobre 2012
Raccolti da Camilla Ghedini 21mila volumi per i terremotati

Libri come mattoni

di Redazione | 2 min

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Grazie alla proposta della giornalista Camilla Ghedini, sono stati oltre ventunomila i libri donati alle popolazioni colpite dal terremoto dello scorso maggio, ad opera della collaborazione e della solidarietà che ha spinto case editrici, associazioni, librerie e privati cittadini a regalare testi, ai comuni della regione più devastati dal sisma.

Questa iniziativa ha preso piede all’indomani delle scosse che hanno colpito i sette comuni del ferrarese (Mirabello, Poggio Renatico, Ferrara, Bondeno, Cento, Vigarano e Sant’Agostino) ad opera della giornalista, che si è occupata in prima persona della distribuzione nelle tendopoli allestite per gli sfollati e nei comuni.

Camilla Ghedini ha catalogato personalmente tutti i volumi nel corso dell’estate ed è con soddisfazione che vede il realizzarsi di tutti i suoi sforzi. “Credo che tutti quelli che hanno aderito,  l’abbiano fatto con le migliori intenzioni, senza rispondere a nessun senso del dovere, ma solamente per il piacere di aiutare chi, dopo il terremoto, si è visto privato di tante cose” così esordisce la giornalista, ringraziando chi, il suo appello, l’ha ascoltato.

La prima casa editrice a rispondere alla richiesta della Ghedini è stata la Book Editore, che alla conferenza stampa tenutasi in una delle sale del castello estense, era rappresentata dal poeta ferrarese Massimo Scrignoli: “abbiamo aderito a questo progetto con tanto spirito di solidarietà e voglia di renderci utili. Oltre che ai beni di prima necessità, le famiglie terremotate, sentivano il bisogno di impiegare il loro tempo, d’ingannare l’attesa e soprattutto di distrarre la mente, e grazie a questo atto di donazione molte persone si sono avvicinate alla lettura e alla poesia in particolare”.

Elettra Garuti, assessore alla cultura di Poggio Renatico, ha dichiarato infine che “nonostante la situazione disagiata, le persone venivano a chiedere agli uffici comunali, quando la biblioteca avrebbe riaperto, e questa iniziativa è stata per noi un modo, per non sospendere i servizi culturali ai cittadini che ne avvertivano l’esigenza”.

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