Lettere al Direttore
4 Settembre 2012

Rivogliamo S. Biagio

di Redazione | 3 min

Apprendiamo con rammarico la decisione da parte della Curia di Bologna di finanziare la costruzione nell’orto dei Frati Cappuccini di una struttura di 400 mq, che nei prossimi anni dovrebbe fungere da luogo di culto per i parrocchiani di S. Biagio e di S. Pietro e per i fedeli del Santuario della Rocca.

Una decisione presa dall’alto, sulla testa dei parrocchiani e dei centesi, da parte di chi sembra non dare la dovuta importanza alle nostre secolari tradizioni religiose, che sono alla base della nostra fede. E’ pur vero che la Chiesa non è mai stata una democrazia, ma nel 2012, a quasi 50 anni dalle decisioni del Concilio Vaticano II (che sancì la valorizzazione della funzione dei laici nella vita della Chiesa), ci aspettavamo di essere ascoltati o, per lo meno, di poter avere con i nostri Pastori un confronto di idee, dato che, come disse Papa Luciani, “essere un buon pastore vuol dire capire quello che vuole la gente…”.

Venuti a conoscenza della contrarietà di molti parrocchiani alla decisione di non attivare in breve tempo le procedure per il restauro di S. Biagio, abbiamo iniziato una raccolta di firme in calce ad una lettera indirizzata a Sua Em.za il Cardinale Caffarra, in cui, esprimendo i nostri dubbi e il nostro disagio, chiedevamo di poter utilizzare, prima del restauro urgente di San Biagio, tutte le chiese centesi risparmiate dal terremoto. Hanno firmato non solo alcuni presidenti dei principali gruppi parrocchiali, ma anche molti parrocchiani e centesi che vedono nella nostra Collegiata (che è l’unica Basilica di un ampio territorio) un importante punto di riferimento religioso e civile e che condividono un altro pensiero di Papa Luciani: “Ogni casa del Signore va fatta vivere…”.

Non essendo stata la Collegiata di S. Biagio danneggiata dal sisma in maniera irreparabile, come invece purtroppo molte altre chiese del territorio, ci sembra una decisione davvero poco oculata spendere 600.000 euro per la struttura dei Cappuccini (molto meno capiente di S. Biagio), quando, a detta di tecnici competenti, potrebbe anche bastare una cifra inferiore per poter consolidare e adeguare l’edificio di S. Biagio, in modo da poterlo restituire in breve tempo ai fedeli e alla città. Oltretutto non si deve dimenticare che erano già stati raccolti 140.000 euro per il restauro previsto prima del terremoto e che la Fondazione della Cassa di Risparmio di Cento aveva già deliberato 200.000 euro per tale restauro.

Il tempo fuori dalla nostra chiesa prospettato dal parroco (anche dieci anni) ci sembra perciò davvero impensabile e fuori dalla realtà: il nostro storico e prezioso organo monumentale non può restare a lungo inattivo, deve di nuovo accompagnare i canti della Novena di Natale, mentre i violini devono risuonare ancora per accompagnare l’entrata dei Sacchi durante le Quarantore e la nostra Cappella musicale non deve rimanere silenziosa dopo oltre cinque secoli di attività ininterrotta.

San Biagio è il patrono non solo di Cento, ma dell’intera Terra di Cento e noi non vogliamo che tra dieci anni i nostri nipoti abbiano già dimenticato tutto a causa della nostra inerzia.

Per dare maggior forza alle nostre richieste, ci proponiamo di dare vita ad un comitato avente come parole d’ordine “RIVOGLIAMO SUBITO S. BIAGIO”. Contemporaneamente continua la raccolta delle firme che, durante la fiera dell’8 settembre, verrà effettuata anche in una postazione fissa, situata davanti al Pensionato Cavalieri, in Corso Guercino 6.

Luisa Cassani

Presidente della Pia Unione delle Ancelle del SS. Sacramento

Marisa Chiarelli

Presidente della Cappella Musicale di San Biagio

 

Giorgio Parenti

Priore della Confraternita della Beata Vergine Addolorata detta del Sacco

Giuseppe Sitta

Priore della Arciconfraternita del S. Rosario

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