Politica
1 Settembre 2012
Pugiotto ricorda i 1.200 ricorsi dei detenuti italiani presentati a Strasburgo, che denunciano il trattamento inumano subito

Amnistia e indulto subito, “in Italia violata la legalità”

di Redazione | 3 min

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Amnistia si o no: il dibattito sugli strumenti per alleggerire il sovraffollamento delle carceri italiane – tenutosi ieri sera alla festa Pd di Ferrara, moderato da Elisabetta Soriani – ha visto contrapporsi nettamente le posizioni di Andrea Pugiotto, ordinario di diritto costituzionale per l’università di Ferrara e Marcello Marighelli, garante dei detenuti all’Arginone.

Pugiotto ha specificato come non si possa innanzitutto ragionare di amnistia senza che questa venga abbinata all’indulto – “altrimenti i tribunali continuerebbero per anni a lavorare inutilmente su processi che si concluderebbero con una formula di rito: reato estinto” -, e ha poi affrontato il nodo della questione: “da qui a breve esploderà una bomba, a Strasburgo ci sono 1.200 ricorsi presentati dai detenuti italiani, che chiedono la condanna dello Stato per il trattamento inumano e degradante a cui sono stati sottoposti in prigione”.

Per il docente l’amnistia è necessaria al ripristino della legalità – “se la legalità è violata bisogna intervenire subito, non si aspetta” – ma altri interventi sarebbero necessari, come per esempio la revisione delle leggi Bossi-Fini in materia di immigrazione, la Fini – Giovanardi in materia di stupefacenti, la Cirielli che ha inasprito i termini della recidiva: “le prime due hanno aperto le porte del carcere a clandestini e tossicodipendenti, la terza ha chiuso la porta a doppia mandata”.

L’opportunità di intervenire su questi provvedimenti è forse l’unico punto su cui Pugiotto e Marighelli sono riusciti a convergere, per quanto riguarda l’amnistia il garante è contrario: “in parlamento inizierebbero discussioni infinite su quali reati comprendere e quali no, alla fine uscirebbero dalle carceri in pochissimi. Sarei più disposto a ragionare sull’indulto”.

Marighelli ha sottolineato come bisognerebbe impegnarsi di più per favorire gli inserimenti lavorativi e la mediazione culturale: “a Ferrara gli inserimenti sono meno di dieci, e le ore del mediatore sono passate da 20 a 17 a causa dei tagli”.

Sulle attività per la rieducazione della popolazione detenuta è intervenuto il regista e attore Michaelis Traitsis, impegnato da anni presso il carcere femminile di Venezia, per ribadire come – a prescindere dalle iniziative legislative che si possono mettere in campo – il problema in Italia sia soprattutto di natura culturale: “è difficile organizzare delle attività in prigione, c’è molta diffidenza. Le istituzioni spesso non agevolano questi progetti. Vince l’idea che lì dentro bisogna soffrire. Ma se tratti le persone come delle bestie, quando usciranno saranno ancora più inferocite. La rieducazione dei detenuti riguarda l’interesse sociale”.

Niccolò Giubelli, segretario dell’associazione Radicali di Ferrara, schierato a favore dell’amnistia, ha annunciato l’intenzione del gruppo di promuovere azioni che provochino al più presto un dibattito serio: “l’amnistia è necessaria, ma nessuna misura sarà mai efficace fino a quando lo Stato non sarà credibile, fino a quando non sarà capace di far valere le regole imposte a livello nazionale e a livello europeo”.

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