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29 Agosto 2012
Inaugura il 29 agosto "Common Ground", la tredicesima Biennale di Venezia

Architettura italiana in quattro stagioni

di Redazione | 2 min

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Sarà aperta al pubblico da mercoledì 29 agosto a domenica 25 novembre, aigiardini della Biennalee all’Arsenale, la tredicesima Mostra internazionale di architettura dal titolo Common Ground, curata da David Chipperfield e organizzata dalla Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta.

La mostra concepita da Chipperfield, distribuita su 10mila metri quadri in un unico percorso espositivo dal padiglione centrale ai Giardini all’Arsenale, comprende 69 progetti realizzati da architetti, fotografi, artisti, critici e studiosi.

Per il presidente Baratta “quella di Chipperfield è una mostra fatta di risonanze, in cui l’imprescindibile relazione tra architettura, spazio e urbanistica riemerge dalle note stesse della risonanza”. Il presidente invita a guardare “all’interesse degli architetti partecipanti per la città, con particolare attenzione al recupero di edifici esistenti e alla riqualificazione di spazi urbani, o a quei partecipanti che hanno attinto ispirazione da un forte legame con maestri del passato, remoto o recente, o che hanno attivato collaborazioni con altri grandi colleghi contemporanei”.

Il padiglione Italia ha come titolo “Le quattro stagioni – architettura del Made in Italy da Adriano Olivetti alla Green Economy”,  ed è a cura di Luca Zevi.

Il progetto curatoriale si snoda come il racconto di un incontro possibile, come la scrittura del “patto”, luogo condiviso in cui le ragioni dell’architettura, del territorio, dell’ambiente dialogano con quelle dello sviluppo economico. Un “common ground” tra imprenditoria e architettura come necessità imprescindibile per la ripresa.

Il racconto descrive le “quattro stagioni” dell’architettura dal Made in Italy lungo un percorso accidentato e fecondo, mirato alla ricerca di un rapporto virtuoso tra architettura, crescita e innovazione.

Il Leone d’oro alla carriera della tredicesima Mostra internazionale di architettura è stato attribuito all’architetto portoghese Álvaro Siza Vieria, il quale negli anni ha mantenuto una presenza coerente nell’ambito della professione.

Sperimentando con forme geometriche estreme Álvaro Siza Vieria riesce a creare edifici di grande rigore. Sviluppando un linguaggio architettonico tutto suo sembra parlare a tutti noi. Mentre la sua opera emana sicurezza di giudizio, essa risulta chiaramente potenziata da prudente riflessione. Mentre siamo abbagliati dalla luminosità dei suoi edifici, avvertiamo tutta la loro consistenza.

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