Economia e Lavoro
6 Marzo 2012
I prodotti del progetto Sui&Dhaga per la festa della donna

Un otto marzo equo e solidale

di Redazione | 3 min

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Proprio mentre si avvicina anche quest’anno la festa della donna, sono arrivati in Italia i prodotti del progetto Sui&Dhaga, “Ago e Filo”, portato avanti da Ibo Italia nelle baraccopoli di Mumbai, insieme alla ong locale Navjeet e alla cooperativa di commercio equo e solidale altraQualità. Borse, tende, astucci, bomboniere e tessuti sono frutto dell’incredibile talento e del tenace lavoro di donne che da quasi 6 anni condividono la voglia di emergere e rafforzare il loro ruolo nella propria famiglia e nella società indiana.

 “Il Sui&Dhaga è un gruppo di sarte provenienti da due baraccopoli di Mumbai, nei quartieri di Bandra East e Bandra West, che nasce informalmente nel 2005 grazie alle prime  volontarie di Ibo Italia in servizio civile – racconta Letizia De Martino, coordinatrice del progetto – La nascita ufficiale del progetto avviene poi nel 2007 con l’idea di aiutare queste donne a vedere un’alternativa ad una condizione di vita ai margini della società impostagli dal luogo di nascita e dal loro sesso. Il progetto dà loro la possibilità di sfruttare le loro doti artistiche per generare un reddito e uscire dal circolo di sfruttamento dei middle men degli slum”.

L’obiettivo generale di Ibo Italia è guidare questo gruppo verso la creazione di un’unità produttiva indipendente, una sorta di marchio per borse e abbigliamemto di qualità, allargando numericamnte il gruppo e strutturandolo in maniera professionale. In Italia, i prodotti delle donne di Bandra, si possono trovare in alcune Botteghe del commercio equo e solidale.

 Proprio partendo dall’esperienza e dai buoni risultati raggiunti, l’impegno di Ibo Italia a Mumbai si è allargato e nel 2010 è nato il progetto “Slum Women Empowerment” sostenuto dalla conferenza episcopale italiana che ad oggi ha visto realizzati corsi di formazione per lo staff dela ong locale Navjeet, workshop, corsi di alfabetizzazione e di imprenditorialità femminile per le donne coinvolte, educazione sanitaria e assistenza per le madri ed i loro figli. Inoltre il progetto mette a disposizione un fondo che permette alle donne di accedere a piccoli prestiti per far partire loro attività economiche.Durante i workshop, le partecipanti parlano di leggi in favore delle donne, della violenza, dei ruoli che la donna ha nella famiglia e della loro importanza nel risolvere i contrasti religiosi negli slum.

“Vedere donne giovani e vecchie, velate o no, analfabete o letterate, prendere appunti, partecipare, ridere e prendersi in giro su delle tematiche così gravi mi ha fatto venire la pelle d’oca – racconta Elisa Iori,  volontaria Ibo in servizio civile a Mumbai fino a gennaio 2012 -Tra le partecipanti ho conosciuto la leader di un Self Help Group, gruppi organizzati di donne che mettono insieme i loro risparmi e si danno mutua assistenza. Lei che è stata sposata a 16 anni e che non ha mai finito la scuola, ora vuole un futuro diverso per sua figlia e si sta impegnando per farglielo avere, iscrivendola alla scuola d’arte. Se non è un cambiamento questo, allora cos’è?”.


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