Politica
9 Ottobre 2011
Il coordinatore provinciale difende Berlusconi a spada tratta, il suo vicario ne indica le responsabilità

Assente Bernini, scintille tra Balboni e Dragotto

di Redazione | 4 min

Leggi anche

Assente il ministro per le Politiche Comunitarie Anna Maria Bernini (“per una brutta influenza che forse la terrà lontana anche dagli impegni europei previsti per lunedì”, ha motivato Alberto Balboni), il convegno del Popolo della libertà svoltosi ieri pomeriggio al Centro servizi ortofrutticoli ha in ogni caso riservato ai circa 130 partecipanti momenti di stimolo e aperto confronto. Presenti come da programma il coordinatore regionale Filippo Berselli ed il vicario Gian Paolo Bettamio.

Classico, anche se fuori dal politicamente corretto, l’intervento d’apertura del coordinatore provinciale, Balboni appunto, che ha presentato l’appuntamento come “una giornata d’avvio dopo la festa di Mirabello e gli impegni estivi dovuti alla crisi economica. Abbiamo messo in ordine i conti dello Stato: la manovra sicuramente ha pesato e continuerà a pesare sul portafoglio – riconosce –, ma contiamo che i nostri iscritti ed elettori si rendano conto che i sacrifici sono necessari per evitare la fine a cui stanno andando incontro Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda”. Se non è stato fatto di più è perché “purtroppo in Parlamento non siamo autosufficienti” e dunque i diversi mutamenti di profilo della manovra vanno ricondotti ai “negoziati con gli alleati”.

Il Pdl deve però in ogni caso essere consapevole del proprio ruolo di “pilastro della democrazia”, perché “Berlusconi lo si può criticare finché si vuole per i suoi comportamenti personali e per le sue frasi sin troppo scherzose – concede il senatore –, ma ha inventato in Italia il bipolarismo”, senza il quale appunto non vi sarebbe alternanza e dunque vera democrazia.

Il Presidente del Consiglio sarà dunque “ricordato per aver aperto la strada alla Seconda Repubblica”, mentre le prossime generazioni non serberanno memoria “di Bersani, Di Pietro, Vendola e Fini. Anzi – e l’applauso ottenuto con questo passaggio rende l’idea di quanto ancora sia forte il rancore per gli ex sodali –, Fini sarà ricordato per essere riuscito a fare qualcosa di cui nemmeno i comunisti furono capaci: distruggere la destra italiana”.

Non saranno dunque “le 150mila intercettazioni disposte dalla Procura per sapere quante ragazze entravano nella sua residenza privata” a tramandare la memoria di Berlusconi, “mentre neanche una ne fu disposta per sapere perché Penati – ex presidente di centrosinistra della Provincia di Milano – pagò le azioni dell’autostrada Milano-Serravalle 75 milioni in più del loro valore”.

Due pesi due misure insomma, e così anche da parte dei media: “I telegiornali aprono con una battuta fatta da Berlusconi in una conversazione privata sul futuro nome del partito, ‘Forza gnocca’, ma nessuno di noi si sogna di chiedere cosa si dicono Vendola e il suo fidanzato, magari sotto le lenzuola”.

Il bipolarismo grazie al quale Berlusconi sarà ricordato può però funzionare solo se “in entrambi i campi esistono partiti forti: per questo alla fine di novembre – una data precisa evidentemente non c’è ancora – apriremo la nostra stagione congressuale”. Per parteciparvi bisognerà tesserarsi entro il 31 ottobre. E poi avanti: “Vogliamo cambiare la Costituzione, ridurre ancora di più i costi della politica, riformare fisco e giustizia. Solo noi possiamo farlo”.

Di tutt’altro tenore invece l’intervento del suo vicario, il consigliere comunale Giorgio Dragotto, che, pur dichiarando di condividere quanto affermato da Balboni, ha voluto vedere “l’altro lato della medaglia”, quello dove sta scritto che “in quanto agli esiti noi oggi non possiamo elencare un granché. Non è colpa di Berlusconi – si è affrettato a precisare –, a cui riconosco il merito di non aver lasciato il paese agli ex comunisti e di aver combattuto le forze contrarie al cambiamento, ma se partimmo con una grande forza e spinta, siamo arrivati poco più in là”.

Oggi si parla insomma degli stessi argomenti di quindici anni fa, “casta, debito pubblico, giustizia”, e gli insuccessi non sono di poco conto: “La riforma della giustizia l’abbiamo sempre promessa e mai fatta, così come quella della pubblica amministrazione”.

Siccome almeno sui conti pubblici è stato ottenuto un risultato, grazie al quale “oggi non produciamo più debito”, allora “Berlusconi ha la responsabilità di indicare una strada, che so potrà non piacere, per erodere gli interessi sul debito che continuiamo a pagare”. La ricetta, per Dragotto, comprende “liberalizzazioni e interventi sulla previdenza”.

Quanto al partito, “d’accordo con l’introdurre regole e sanzioni, ma bisogna creare le condizioni perché le persone possano stare insieme, altrimenti non nasceremo mai, perché il Pdl nacque come prodotto di laboratorio, foriero di scintille come tutte le cose che si mettono insieme in una situazione forzosa. Spero che il percorso congressuale sia unitario – ha concluso –, ma non troverei negativo il fatto che qualcuno sostenesse un candidato diverso dal mio”.

E quanto al nome, “mi auguro che non sia Forza gnocca. La reazione è stata esagerata, ma certo che alcune battute non aiutano, diciamocelo”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com