Cronaca
21 Settembre 2011
Progetto Space Dreams, nuove ricerche per le malattie neurovascolari

Sogni di guarigione dallo spazio

di Redazione | 4 min

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“È una giornata particolarmente felice per il nostro ateneo – così ha aperto la conferenza di presentazione il professor Pasquale Nappi, rettore dell’Università di Ferrara – perché oggi verrà inaugurata un’importante mostra, dedicata a un evento non solo storico ma epocale, che rappresenta il massimo traguardo che la ricerca scientifica può raggiungere, ovvero mandare un uomo nello spazio. Nel 1961 – ha proseguito il rettore –  venne mandato nello spazio Juri Gagarin, evento che ha realizzato un sogno importante dell’essere umano e ha aperto, e continua ad aprire, per le istituzioni scientifiche e di ricerca prospettive fino ad allora inimmaginabili”.

La mostra, frutto di una proposta rivolta dall’Agenzia Spaziale Italiana all’Università di Ferrara, è stata accolta con entusiasmo, perché si è capito che lo studio effettuato sull’essere umano in condizione di assenza di gravità può dare dei risultati importanti per le attività di diagnosi relative a tutti gli essere umani.

Il professor Mariano Bizzarri, responsabile del Comitato Tecnico Scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha sottolineato il fatto che “la  percezione di quello che produce la ricerca sullo spazio è estremamente scarsa nella nostra società. Pochi sanno – ha detto – che se abbiamo il personal computer è grazie alle ricerche fatte a partire dal 1964 a Huston, o che le siringhe usa e getta sono un brevetto fatto per gli studi spaziali. E quando non si ha la percezione del ritorno e della valenza delle ricerche e degli impegni profusi in certi settori, non si ha poi la determinazione per continuare a portare avanti le ricerche”.

Bizzarri ha ricordato, inoltre, che l’Agenzia Spaziale Italiana è una delle più importanti al mondo e che l’Italia è stato il terzo paese a mandare un satellite nello spazio, dopo la Russia e l’America, oltre a detenere livelli straordinari di eccellenza in aree come lo studio e l’osservazione della terra, la messa in orbita di satelliti per le telecomunicazioni, la biomedicina e le biotecnologie spaziali.

Secondo il professor Paolo Zamboni, direttore del Centro di Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara, “il progetto Space Dreams rappresenta una sinergia bellissima e un forte stimolo, perché rappresenta l’idea di applicare le tecnologie e le informazioni che si ricavano dallo spazio alla ricerca di soluzioni per problemi di salute ancora non risolti, come quelli rappresentati dalla degenerazione cerebrale, offrendo una nuova prospettiva di ricerca e di speranza. Per questo – ha proseguito Zamboni – l’Università di Ferrara ha proposto un apparecchio, che è stato sviluppato nei nostri laboratori, in grado di misurare il flusso della circolazione venosa al cervello, che messo a punto potrebbe essere utilizzato a favore dei malati delle malattie neurovascolari come l’Alzheimer, la demenza senile e la sclerosi multipla. Perciò – ha affermato – guardo a questa collaborazione tra la nostra Università e l’Agenzia Spaziale Italiana, che può aprire davvero grandi prospettive di ricerca, come a un sogno”.

Marcello Spagnulo, dell’ufficio di presidenza dell’Agenzia Spaziale Italiana, che ha curato la mostra fotografica dedicata a Juri Gagarin, ha voluto ringraziare l’Agenzia di Stampa Russa che ha messo a disposizione l’archivio fotografico inedito sul grande astronauta. “In questa mostra, che dopo Roma e Ferrara speriamo di portare anche in altra città – ha detto Spagnulo – possiamo vedere Gagarin in tutti i momenti legati al suo volo, dagli addestramenti fino ai festeggiamenti in suo onore, come quando ha incontrato Gina Lollobrigida, Federico Fellini e Giulietta Masina. Un percorso molto affascinante, speriamo che molti giovani si appassionino a questo sogno”.

E di sogno ha parlato anche Luca Parmitano, astronauta dell’agenzia spaziale europea e ospite d’onore dell’iniziativa. “Il progetto Space Dreams – ha affermato – è un sogno incredibile, ma le ricadute sono vere e reali e le abbiamo sulla terra. Lo spazio è un posto dove si fa scienza all’avanguardia, tecnologia e esplorazione. L’Italia – ha ricordato – ha costruito il 50% delle attrezzature spaziali del mondo, e questo deve essere motivo di orgoglio per tutti noi. Rivolgo un invito a chi si occupa di ricerca, di essere coraggiosi e di sfruttare al massimo le possibilità offerte dallo studio dello spazio e dal laboratorio orbitale”.

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