Un “patto all’H2O” per accattivarsi le simpatie dei comitati referendari. E’ quello che sono chiamati a sottoscrivere i vari candidati sindaco dei sette comuni del ferrarese che tra una settimana si recheranno alle urne.
Come Comitato referendario “2 Sì per l’acqua pubblica” – spiegano i promotori dell’iniziativa -, crediamo che i candidati non possano non esprimersi su un tema fondante come quello dei servizi pubblici e dei beni comuni, in particolar modo dell’acqua. Per questo chiediamo a tutti i candidati di aderire al documento e di impegnarsi affinché, qualora fossero eletti, rispettino un impegno chiaro a difesa della pubblicità della gestione del servizio idrico, sulla base di criteri di partecipazione reale. Lo slogan che da tempo stiamo usando è “si scrive acqua, si legge democrazia”. Vorremmo per i candidati a Sindaco non fosse solo uno slogan ma un punto portante dei loro programmi”.
Ecco allora il modulo che gli aspiranti primi cittadini dovranno firmare. Il testo è redatto come una lettera, “All’Attenzione del Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune”. Ai dati anagrafici seguono il comune delle elezioni e la lista di appartenenza. Poi il testo da siglare: “Sono consapevole che l’acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi [e che] oggi in Italia se ne sta privatizzando la gestione, che non può essere scissa dalla proprietà”.
Seguono gli altri motivi decantati in questi mesi dai referendari e infine la sottoscrizione si chiude con l’impegno a “sostenere le ragioni dei “Sì” sui referendum dell’acqua del 12 e 13 giugno, promuovendo la più ampia partecipazione ed informazione sul tema”.
In caso di elezione poi, il sindaco dovrà “promuovere e sostenere, con i mezzi istituzionali a mia disposizione, una politica di gestione dell’acqua finalizzata ala ripubblicizzazione del servizio idrico nella città; preservare e salvaguardare le risorse idriche e favorire l’accesso all’acqua per tutti; ridurre il consumo e gli sprechi di acqua potabile; assicurare la più ampia partecipazione della cittadinanza nel controllo e nella gestione dell’acqua; ribadire l’acqua come un bene non commerciale, garantito come diritto, e per questo non disponibile a speculazioni di natura commerciale o finanziaria”.
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