Si rimproverano reciproche inadempienze con conseguenti richieste di risarcimento danni. Richieste milionarie, anche perché l’oggetto del contendere è, nientemeno, che il costruendo ospedale di Cona. Si è tenuta oggi la prima udienza della causa civile tra Progeste, il consorzio di imprese al quale è stato affidato il cantiere di Cona, e l’azienda ospedaliera Sant’Anna. Un’udienza tecnica, presso la sezione civile del Tribunale di Ferrara, che è stata rinviata al 1° giugno dal giudice Sonia Porreca per dare modo alle parti di argomentare ulteriormente le richieste di risarcimento, per le quali sono già state depositate oltre 70 pagine di memorie.
In pratica Progeste chiede il riconoscimento di importi che l’azienda ospedaliera non avrebbe pagato e, a fronte del rifiuto, ha citato il Sant’Anna per danni per 130 milioni di euro. Si tratterebbe di ritardi nei progetti e nei pagamenti, oltre all’adozione di nuove varianti e a materiali che non sarebbero stati pagati adeguatamente. L’azienda ospedaliera dal canto suo si è costituita in giudizio chiedendo al giudice la reiezione della domanda di Progeste e avanzando una ‘domanda riconvenzionale’, ovvero chiedendo a sua volta un risarcimento danni per un importo di gran lunga superiore a quello di Progeste per il ritardo di un anno di lavori e per la manutenzione del vecchio ospedale.
Sembra sia solo il primo capitolo di una vicenda guidiziaria destinata a prolungarsi nel tempo prima di poter arrivare alla sentenza. Da qui al 1° giugno i legali delle parti (lo studio Giuffré di Roma e lo studio Dani di Ferrara per Progeste e l’avvocato Manuela Uberti per l’azienda ospedaliera) potranno intanto predisporre ulteriori documenti e consulenze tecniche per dare maggiore forza alle rispettive richieste.
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