Cronaca
9 Febbraio 2011
Dalla procura di Ancona la conferma di indagini in corso per minaccia e abuso d'ufficio

Caso Anselmo, qualcuno è indagato

di Marco Zavagli | 3 min

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Qualcuno è indagato per il “Caso Anselmo”. E il registro degli indagati appartiene alla procura di Ancona, competente per territorio per procedimenti in cui siano coinvolti magistrati della procura estense.

La notizia di un interessamento dei pm marchigiani al polverone sollevato dell’avvocato ferrarese era emersa già nelle scorse settimane (vai all’articolo). Ora però si conoscono anche i reati ipotizzati.

Questo grazie all’istanza ex art. 335 c.p.p., che attesta l’avvenuta iscrizione nel registro degli indagati del nominativo richiesto. Fabio Anselmo, tramite il suo legale, ne ha fatto richiesta dopo le notizie diffuse dalla stampa locale.

E da Ancona è arrivata la conferma: “è risultato – annuncia – che io figuro come persona offesa in due procedimenti penali”. Il primo per minaccia aggravata, “commesso in epoca anteriore e prossima al 28 dicembre 2010 a Ferrara”. Il secondo, contro ignoti, è rubricato come abuso di ufficio e minaccia, per un periodo che va dal 1 gennaio 2009 al19 ottobre 2010, che “potrebbe riguardare le intercettazioni abusive a mio carico”.

Tutto nasce infatti dal timore dell’avvocato di essere “spiato” tramite intercettazioni abusive. La preoccupazione che ignoti avessero messo sotto controllo le proprie utenze telefoniche, Anselmo – legale di parte civile in processi importanti come quelli di Federico Aldrovandi prima, Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Noe e Niagara poi – l’aveva già manifestata la scorsa estate presentando una denuncia per intercettazioni abusive.

Lo scorso 31 agosto infatti il legale si recò in via Mentessi per formalizzare querela contro ignoti. Preoccupato per quei sospetti, chiese un colloquio con il procuratore capo Rosario Minna. Incontro che avvenne a metà settembre nell’ufficio di Minna. Secondo quanto scritto poi nella denuncia di Anselmo, dopo aver riconosciuto la gravità del fatto denunciato, il procuratore avrebbe affermato: “caro avvocato, lei ha ormai un ruolo politico… quando una persona ce l’ha con lei il fatto è abbastanza normale e ci si può difendere… ma quando ad avercela sono un gruppo di persone, queste le spezzeranno le gambe”.

La vicenda proseguì con l’ispezione ministeriale ordinata dal ministro Alfano e la fila di pm e avvocati ferraresi presso la procura generale di Bologna davanti all’ispettore Arcibaldo Miller (leggi l’articolo).

E ora il cerchio si chiude con questa iscrizione nel registro degli indagati. C’è da chiedere se Anselmo si sente tranquillo dopo questo vortice di misteri e sospetti intorno alla sua vita professionale. “Per quanto riguarda la mia coscienza lo sono – risponde il penalista -; in qualità di persona offesa non lo sono e non lo sarò fino a quando non riuscirò ad avere le carte e a capire cosa sia successo e cosa sta succedendo”.

Crede che questa mancanza di tranquillità potrà distoglierla dalle importanti cause che sta seguendo? “Le vicende processuali in cui sono impegnato sono dure, ma non credevo che potessero esserci queste complicazioni. Come ho già detto quando sono stato sentito presso la procura generale di Bologna, se qualcuno crede che mi lasci intimidire o crede che mi distrarrò dalle cause in corso, allora ha fatto male i suoi calcoli”.

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