Sul caso Liceo Ariosto vorrei intervenire come privato cittadino svestendomi da ogni appartenenza ad associazione, sindacato e partito.
IO C’ERO, e sono ancora là quando ripenso al discorso intrapreso dalla D.S. nel bel mezzo di un’assemblea di Istituto, fatto che reputo una mancanza di rispetto ancor prima di una irregolarità.
IO C’ERO quando una Donna ha offeso tutte quelle persone che ogni giorno faticano ad essere se stesse a scuola, al lavoro, in giro per le strade proprio per la loro identità di genere e/o per il loro orientamento sessuale (cara professoressa Fedozzi l’orientamento non è “un’inclinazione sessuale” né tantomeno una scelta).
Definirci con “questo mondo lb …com’è che è… l…” ha avuto come unico finale quello di sminuirci, di farci vergognare di essere noi e di farci sentire un gruppo di persone diverse. Ancora si reputa l’orientamento sessuale un qualcosa di strettamente legato alla sfera sessuale quando, rullo di tamburi, riguarda anche e soprattutto la sfera sentimentale delle PERSONE.
Ad oggi, se l’argomento, affrontato per necessità dei giovani e su loro richiesta, viene definito divisivo è proprio perché se ne parla poco e male. La scuola ha un compito formativo importantissimo dal punto di vista culturale, certo, ma anche personale per l’autodeterminazione delle studentesse e degli studenti. Non affrontare l’argomento, o affrontarlo a certe condizioni, non farà altro che gravare sul benessere de* giovani generazioni.
Professoressa Fedozzi, lei ricopre un ruolo che dovrebbe richiedere un linguaggio e una comunicazione non solo istituzionale ma anche rispettoso… almeno nei luoghi in cui Lei ricopre quel ruolo da pubblico ufficiale. Non sono solo le parole che possono ferire ma anche come vengono dette.
Ora vorrei fare un appello anche a tutt* coloro che lavorano nella e per la scuola, nessun* esclus*: avete avuto davanti a voi una violenza verbale di tipo discriminatorio, senza magari rendervene conto. Per favore, fatelo non per me ma per le ragazze e i ragazzi di quella scuola, abbiate più occhio critico in questo perché solo così potrete capire quando un* student* ha bisogno di voi. Siete, e siate, una Guida per coloro che in quella scuola vivono, studiano e divengono adulti. Solo se vi sentiranno dalla loro parte, solo se potrete capirli davvero, potranno davvero formarsi come Adulti.
Matteo Gilli