Recensioni
10 Gennaio 2023
A margine dell’IF! Italians Festival, il più importante evento italiano della creatività, ha fatto scalpore “Gentilissima Rivolta”, una community di giovani creativi che ha acceso i fari sulla condizione del lavoro nel settore

La rivolta gentile dei creativi

di Redazione | 2 min

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di Edoardo Righini

Da poco tempo è finito l’IF! Italians Festival di Milano, uno degli eventi italiani più importanti per il settore della pubblicità e della creatività.

Come ogni si sono svolti incontri, speech e conferenze per raccontare la comunicazione, la creatività e anche la società con una pluralità di voci ispirante e stimolante per chi lavora nell’ambito e non solo.

Fino a qui, la notizia interesserebbe solo gli operatori del settore e qualche curioso.

Ma quest’anno, invece, è accaduto qualcosa in più, qualcosa di diverso, che ha attirato l’attenzione di molti e che sta facendo parlare di sé.

Poco dopo la fine dei lavori, infatti, sono apparsi alcuni graffiti che riprendendo il key visual dell’edizione dell’IF! di quest’anno hanno lanciato pesanti accuse al “sistema” delle agenzie di comunicazione.

Le recriminazioni si sono concentrate soprattutto sul tema del work-life balance, tema più che mai attuale e sentito come particolarmente rilevante specialmente dalle generazioni più giovani.

Oltre a questo atto di guerrilla, gli autori si sono “rivelati” aprendo su Instagram un profilo, quello del collettivo, dal nome “Gentilissima Rivolta” (con un sarcastico riferimento al tema del festival di quest’anno, che era appunto la gentilezza), rivelando il loro intento: criticare un modello di lavoro divenuto secondo loro insostenibile.

Per farlo, il collettivo ha iniziato a raccogliere aneddoti e segnalazione da parte di utenti, in modo da fornire un quadro della situazione attraverso il racconto delle persone che vivono e lavorano nel settore.

Questo è l’ennesimo esempio di un movimento che nasce dal basso e che mette in discussione i modelli produttivi e lavorativi della nostra società, che ha portato alla cosiddetta Great Resignation, ovvero a quell’ondata di dimissioni che dalla pandemia ha coinvolto moltissimi settori lavorativi in tutto il mondo.

E non è un caso che il marketing e il settore digital siano tra le aree in assoluto più coinvolte all’interno del fenomeno.

La pagina Instagram di questi giovani creativi in rivolta è cresciuta notevolmente nei giorni scorsi.

Un po’ merito dell’effetto curiosità, ma certamente anche perché intercetta un malessere diffuso specialmente nelle nuove generazioni, che cercano contesti lavorativi che gli permettano di alternare in modo armonioso la vita privata e quella professionale, in cui il benessere psicofisico sia una priorità perseguita in modo concreto ed efficace.

Del resto, se le aziende vogliono essere davvero attrattive per i giovani talenti (creativi e non solo) la via è proprio quella di essere luoghi di sostenibilità a tutto tondo, lavoro compreso.

Solo in questo modo, il sale della protesta non sarà motivo di scontro sterile, ma di incontro e di miglioramento condiviso.

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