Recensioni
9 Gennaio 2023
In risposta dei social da mille filtri e finzioni sbarca in Italia Bereal, la prima piattaforma pensata per essere il più possibile genuini

Siate reali: Bereal e il sogno di un social normale

di Redazione | 3 min

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Sarà per la nuova sensibilità sviluppata negli anni, sarà per l’ipocrisia delle aziende che ci hanno visto un’opportunità di marketing, sarà che alla lunga ci si rompe l’anima di tutto figurarsi degli influencer.

Insomma, sarà quel che sarà, ma ormai da tempo tutti i social network sono accusati di essere piattaforme “tossiche”, che non mostrano la vera quotidianità di tutti i giorni, ma anzi offrono modelli finti e costruiti, irraggiungibili per le persone normali.

Forse è un segno dei tempi, ma è con l’arrivo dei social che si diffonde il termine fake (“falso”, “posticcio”), che si può abbinare alle notizie, ma anche ai corpi, ai visi, alle vite.

Lo sanno bene gli influencer, che sempre meno si mostrano come sono e sempre più si mostrano come vorremmo essere tutti, grazie a filtri, photoshop e altri sotterfugi tecnologici.

Dal resto, quanto è facile fingere una vita fantastica dal piccolo oblò di osservazione che è lo schermo di un’Iphone?

Proprio per reagire a questa dittatura dell’apparire si sta diffondendo in Italia e non solo una piccola piattaforma quasi anarcoide rispetto ai tempi che viviamo: Bereal. Che ha nel nome esattamente la sua missione, la sua visione programmatica: sii reale, o come direbbero i fotografi da cerimonia “Sii naturale”.

Il meccanismo è semplice. Una volta al giorno, una sola, arriva una notifica sul telefono che avvisa l’utente: Bereal! ovvero scatta una foto ovunque sei e qualunque cosa stai facendo, a un orario preciso, uguale per tutti, ma sempre diverso ogni giorno.

Per farlo, però, hai solo 2 minuti, poi sarai inevitabilmente in ritardo e, dunque, non veramente realistico, anche perché, se hai fatto più tentativi di scatto, il numero di retake verrà segnalato, senza pietà.

Ultima trovata diabolica, la foto scattata sfrutta sia la telecamera davanti che quella dietro, dunque è impossibile scattare contemporaneamente due belle foto, non potendo vedere nello stesso tempo entrambe le inquadrature.

Il risultato è una carrellata di foto buffe, sfocate, con soggetti piuttosto discutibili (schiscette, scrivanie di lavoro, divani e televisioni), ma tutte fatalmente naturali, anche perché non si possono modificare con nessun tipo di filtro.

Superfluo dire che il social si sta diffondendo rapidamente soprattutto tra i più giovani, che lo vedono come un gioco liberatorio, che permette di squarciare il velo di finzione che di solito edulcora ogni contenuto sui social.

Difficile capire quanto effettivamente durerà questa nuova piattaforma (nel dubbio, citofonare Clubhouse, per chi se lo ricorda ancora…) che potrebbe anche sparire nel giro di un paio di mesi, una volta che l’effetto sorpresa e la curiosità saranno spariti.

Tuttavia resta il dato, gli utenti si sono rivelati entusiasti di questo piccolo gioco a essere se stessi, per davvero, mostrandolo a tutti al di là di retoriche soffocanti o di sotterfugi digitali, scoprendo finalmente che quando ci facciamo vedere come siamo ci scopriamo davvero tutti più bruttarelli, storti, fotorepellenti, ma uguali e umani, che non è mai male.

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