Spettacoli
9 Dicembre 2025
Arci Ferrara continua il percorso dedicato al regista, lunedì 22 e martedì 23 alle ore 21 in piazza del Municipio

La Sala Estense ospita The Big Dreamer: il cinema di David Lynch

di Redazione | 2 min

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Arci Ferrara prosegue il percorso dedicato a David Lynch con Mulholland Drive, in versione restaurata 4k: un ritorno in sala che permette di riascoltare la sua ipnosi sonora e rivedere, con nitidezza rinnovata, il gioco di sdoppiamenti, chiavi e scatole blu, provini e control room, noir e mélo che attraversano Hollywood come un sogno a occhi aperti.

Il primo evento è lunedì 22 dicembre, con la proiezione di “Mulholland\ Drive” presso la Sala Estense alle ore 21. La rassegna continua il giorno seguente, martedì 23 dicembre, con la proiezione dei corti inediti di Lynch, sempre alle 21, un’ulteriore immersione nel mondo visionario del regista. Entrambe le serate saranno presentate dal regista e critico cinematografico Massimo Alì Mohammad.

Il restauro, curato a partire dai materiali originali, restituisce densità ai neri e al lavoro timbrico che fa di questo film un’esperienza eminentemente cinematografica.

Accolto in concorso a Cannes e consacrato negli anni come uno dei vertici del nuovo millennio, Mulholland Drive è un dispositivo che si riattiva a ogni visione: un racconto aperto dove la logica si piega alla vertigine del desiderio, la città è scenografia e labirinto, e i personaggi si rifrangono in identità multiple senza mai ricomporsi del tutto. Vederlo (o rivederlo) in sala equivale a rientrare nel suo magnetismo originario.

Il film nasce da un progetto televisivo abortito e si ricompone come opera per il grande schermo: il passaggio dall’idea di serie al montaggio definitivo comporta nuove riprese e un ripensamento della struttura, fino alla celebre torsione che riposiziona i ruoli e riparte da capo.

Nel cuore dell’opera agisce una drammaturgia degli oggetti (la chiave, la scatola blu), una coreografia del doppio e una regia del perturbante che sposta continuamente il baricentro tra reale e immaginario: l’uomo dietro il Winkie’s, la prova d’attore come trance, il Club Silencio che dichiara “non c’è banda” e smaschera l’illusione del suono mentre ce la fa percepire con più forza.

A chi chiede una “chiave”, Lynch ha risposto con dieci indizi: non una soluzione, ma un invito a guardare e ascoltare meglio. È un metodo che restituisce allo spettatore il compito di “montare” il senso, restando dentro il mistero senza confonderlo con la confusione. I dieci indizi di David Lynch saranno proposti nel sito e nei social del Cinema Boldini.

Martedì 23 dicembre chiudiamo la rassegna The Big Dreamer con una serata dedicata ai corti inediti di David Lynch in versione restaurata: Six Men Getting Sick, The Alphabet, The Grandmother, The Amputee 1, The Amputee 2, Lumière, The Cowboy and the Frenchman, Dumbland.

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