Una mappatura completa delle infrastrutture digitali oggi in uso e chiarimenti sui rischi per la sovranità digitale e la continuità dei servizi. È quello che chiedono i consiglieri comunali della Lista Civica Anselmo Sindaco – Leonardo Fiorentini, Fabio Anselmo e Arianna Poli – in un’interpellanza sull’utilizzo di servizi cloud esterni da parte del Comune di Ferrara.
L’atto prende le mosse dal fatto che almeno il servizio di posta elettronica dell’Ente è già oggi affidato a un fornitore esterno in modalità cloud, con memorizzazione dei contenuti e dei metadati su infrastrutture non direttamente gestite dal Comune, e che una parte significativa dei servizi digitali pubblici in Europa si appoggia a pochi grandi operatori statunitensi.
L’interpellanza fa notare come la dipendenza da pochi grandi operatori cloud extra-UE non sia solo un problema tecnico, ma anche geopolitico e giuridico: le società fornitrici sono soggette a normative come lo US Cloud Act, che consentono alle autorità statunitensi non solo di chiedere accesso ai dati conservati sui loro server, anche se relativi a clienti pubblici europei, ma addirittura di imporre limitazioni o interruzioni del servizio verso istituzioni dei Paesi ritenuti “non allineati”.
«Non stiamo parlando di fantascienza – spiega il primo firmatario Leonardo Fiorentini – ma di casi concreti che abbiamo visto negli ultimi mesi, come quello del Procuratore capo della Corte Penale Internazionale che si è visto sospendere l’account di posta istituzionale in seguito a sanzioni decise dall’amministrazione USA. In quel caso la Corte ha scelto di migrare verso una piattaforma open source europea. Se succede a un’istituzione come la Corte Penale Internazionale, è evidente che il tema riguarda da vicino anche i nostri Comuni».
«Ferrara – prosegue Fiorentini – gestisce ogni giorno dati anagrafici, tributari, sociali, sanitari, dati sui minori, sulla sicurezza urbana. È dovere di ogni buona amministrazione sapere dove stanno questi dati, chi potrebbe accedervi in teoria e quali garanzie contrattuali abbiamo in caso di crisi geopolitiche, sanzioni o semplicemente di scelta unilaterale del fornitore. Non possiamo limitarci a cliccare “accetta” sulle condizioni d’uso di un servizio cloud e sperare che vada sempre tutto bene».
Un altro punto critico richiamato dall’atto riguarda l’evoluzione delle suite d’ufficio e degli strumenti di produttività: sempre più spesso il salvataggio dei documenti è impostato di default sul cloud, e molte piattaforme integrano funzioni di intelligenza artificiale che potrebbero utilizzare i contenuti per addestrare i modelli proprietari.
«Chiediamo alla Giunta – sottolinea ancora Fiorentini – se siano state fatte valutazioni d’impatto sul trattamento dei dati (Dpia) quando si usano servizi cloud di fornitori extra-UE, e se siano state valutate le implicazioni delle funzioni di intelligenza artificiale integrate: i dati del Comune non possono diventare il carburante gratuito per gli algoritmi delle big tech, con il rischio che informazioni sensibili vengano in qualche modo riutilizzate o riproposte in contesti inappropriati».
Con l’interpellanza Lista Civica Anselmo chiede inoltre a che punto sia l’implementazione, nei servizi utilizzati dall’Amministrazione, del progetto di cloud regionale guidato da Lepida e quali scenari alternativi siano allo studio: dall’uso di infrastrutture pubbliche o consortili italiane ed europee, fino all’adozione più ampia di software libero e standard aperti.
«Non è certo una battaglia ideologica “contro il cloud” – conclude Fiorentini – ma una richiesta di trasparenza e di pianificazione. Vogliamo sapere quali servizi comunali oggi dipendono da fornitori esterni, quali piani di continuità operativa esistono in caso di blocco improvviso, e se l’Amministrazione intenda dotarsi di un vero piano comunale per la sovranità digitale. I dati delle cittadine e dei cittadini di Ferrara sono un bene comune: vanno protetti e governati, non semplicemente parcheggiati su server lontani sui quali non abbiamo voce in capitolo».
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