Portomaggiore. La polemica sul caso dell’imam di Portomaggiore è esplosa in un vero e proprio botta e risposta tra il senatore Alberto Balboni (Fratelli d’Italia) e il sindaco Dario Bernardi. Tutto ha avuto origine dalla manifestazione cittadina di domenica scorsa, alla quale Balboni ha partecipato per esprimere solidarietà ai cittadini.
Il senatore ha replicato duramente alle accuse del sindaco: “Mi dispiace ma sono costretto a replicare al sindaco di Portomaggiore Dario Bernardi, che mi accusa di essere andato alla manifestazione di ieri per strumentalizzare la protesta dei cittadini portandomi addirittura dietro supporter da altri comuni. È un’accusa falsa. Di Fratelli d’Italia eravamo appena in tre su circa 60/70 cittadini presenti. Non capisco perché un parlamentare eletto nel territorio come sono io, secondo il sindaco di Portomaggiore – evidentemente refrattario al confronto – non possa portare la propria solidarietà ad un gruppo di cittadini che chiede il rispetto delle regole e soprattutto della dignità femminile”.
Balboni rincara poi la dose chiedendo spiegazioni: “Ma la cosa più grave che il sindaco Bernardi deve spiegare pubblicamente è la ragione per cui nei giorni scorsi ha telefonato ai colleghi sindaci dei comuni limitrofi per convincerli a rifiutare l’invito che avevano ricevuto dagli organizzatori della manifestazione (che in ogni caso sono comuni cittadini che ho conosciuto quella mattina stessa e non attivisti di Fratelli d’Italia, come afferma falsamente il sindaco Bernardi). Mi risponda, egregio sindaco: perché non vuole rappresentanti delle istituzioni sul territorio del Comune che lei amministra? Forse perché lo considera una zona di Sua pertinenza esclusiva? Cosa c’è che la imbarazza così tanto? E già che c’è spieghi anche il vero motivo per cui rifiuta il confronto con i Suoi stessi concittadini. La balla che lo ha fatto perché ho preso la parola io non sta in piedi, visto che io ho parlato dopo che lei aveva già rifiutato di farlo”.
Bernardi non è rimasto in silenzio e ha risposto definendo la parole del senatore una “sterile polemica”: “Il senatore Balboni continua la sterile polemica dopo la manifestazione ‘spontanea’ a cui ha presenziato senza annunciarsi: un comizio di partito senza metterci la faccia, celato dietro comuni cittadini che hanno presentato le comunicazioni di pubblica sicurezza. Ho sufficiente esperienza per distinguere la vera volontà di confronto e le sedi qualificate in cui intervenire dalle passerelle politiche di una parte, confusamente organizzate e anche malriuscite”.
Il sindaco ha poi accusato Balboni di cercare visibilità a scapito del lavoro istituzionale: “Di quella manifestazione alla fine resta solo un attacco al Sindaco e una sequela di comunicati stampa che servono al senatore per sua visibilità ma sottraggono tempo a quello che dovrei dedicare al Comune. La volontà di Balboni è chiara, nascondere i palesi fallimenti del governo e quindi del suo partito sul tema immigrazione, che sono sotto gli occhi di tutti in molte città, bullizzando in malo modo un Sindaco di provincia. È paradossale, e mi ripeto, che un senatore venga a Portomaggiore a far comizi contro l’amministrazione locale quando il suo ruolo gli dà il compito di fare qualcosa per aiutare le comunità locali sui problemi che denuncia, cosa che non fa. La mia volontà è opposta alla sua ed è collaborare con tutte le istituzioni per risolvere i problemi come i fatti dimostrano. Ognuno sceglie la sua strada e ne darà conto ai cittadini”.
Infine, Bernardi ha difeso la propria scelta di consultare altri sindaci: “Ho certamente consultato alcuni dei colleghi che erano invitati, perchè credo in un principio sacrosanto: invitare un sindaco – che rappresenta una comunità intera per definizione – a parlare in una piazza politicamente schierata fuori dal suo Comune, su un problema che non è di sua competenza, è un abominio istituzionale. Non mi meraviglia che molti degli invitati abbiano preferito declinare l’invito: evidentemente in molti colleghi il senso istituzionale ha prevalso, anche perchè su mille altre vicende dobbiamo collaborare ogni giorno indipendentemente dal colore politico”.
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