Il lupo è un predatore, può essere pericoloso, ma non è né una fiera né un animale domestico. Va trattato, considerato e raccontato per le sue caratteristiche fisiche e modalità di relazione in branco e per il contesto ambientale in cui scegli di vivere e di tornare a vivere. Questo, in sintesi, quanto affermato giovedì sera, a Lions riuniti (Diamanti, Ferrara Host, Portomaggiore S. Giorgio), da Mattia Lanzoni, docente al Dipartimento Unife di Scienze dell’Ambiente, ospite dell’evento, con focus sul suo ritorno nelle aree boschive del Delta.
Partendo dalla fiaba, che ha contribuito a creare del lupo un’immagine collegata al buio e sentimenti di paura e passando per la tutela legale della specie nel 1971, Lanzoni ha puntualizzato come il ‘ritorno’ del lupo sia stato accompagnato in questi anni da informazioni incomplete e credenze popolari – “si è parlato di introduzione e lo si è confuso coi cani lupo cecoslovacchi” – a svantaggio della consapevolezza che l’espansione del lupo è un fenomeno del tutto spontaneo, che dipende da fattori biologici ed ecologici e che soprattutto “il numero dei lupi non cresce all’infinito”. Stimati sul territorio italiano sono circa 3 mila 300.
La serata, benefica, ha avuto come protagonista l’associazione le Passeggiate di Agata, presieduta da Anna Baldoni, che ha illustrato gli esiti di un progetto estivo dedicato ai ragazzini con disabilità motorie, cognitive, deprivazioni sociali.
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