Una “lezione di civiltà”. È così che l’avvocato Fabio Anselmo, legale incaricato da Copma per presentare l’esposto alla Dda Antimafia di Napoli, commenta la decisione della cooperativa di ferrarese di denunciare i tentativi di infiltrazione della Camorra, dopo essere venuta a conoscenza di episodi di violenza e pressioni da parte di alcuni dipendenti all’interno dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove la coop di via Veneziani gestisce l’appalto delle pulizie e dell’igienizzazione.
Per il legale, Copma “non ha abbassato lo sguardo” ma “ha fatto ciò che ogni impresa dovrebbe fare: ha denunciato immediatamente”. Ma non solo, “ha scelto la strada della legalità, senza esitazioni, senza calcoli, senza chiedere protezione a nessuno”.
“È un gesto – prosegue Anselmo – che merita rispetto, perché la legalità non si proclama ma si pratica“. E aggiunge: “Ed è proprio qui che emerge l’ipocrisia di una parte della politica, locale e nazionale. Da anni si sposta l’attenzione sulle etnie di turno: prima i nigeriani, poi i magrebini, i “maranza”, ora i pakistani. Una politica che alimenta paura e divisioni, e che finisce per trasformare l’immigrazione in un bersaglio utile quando serve raccogliere consenso. Ma la realtà – quella vera – è un’altra: i reati che minacciano la sicurezza dei cittadini e la tenuta democratica del Paese non arrivano dai migranti, ma dalle mafie e dai reati contro la pubblica amministrazione“.
“Sono reati meno visibili, ma devastanti” spiega l’avvocato, “e colpiscono tutti: i cittadini, la qualità dei servizi, il tessuto produttivo, le imprese che cercano di lavorare onestamente. Per questo il gesto di Copma è importante. Perché ribadisce, da Ferrara, un principio semplice: la legalità non è una bandiera da sventolare nei comizi, ma un dovere quotidiano, fatto di scelte concrete. Meno propaganda. Più coraggio civile” chiude Anselmo.
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