Gentile Direttore,
in questi giorni si discute della proposta, avanzata da Andrea Maggi, di conferire una laurea honoris causa a Jannik Sinner da parte dell’Università di Ferrara. Alcuni la ritengono una scelta più d’immagine che di sostanza. Vorrei offrire un punto di vista diverso.
Un ateneo non è solo un luogo dove si trasmettono saperi, ma anche dove si indicano modelli positivi. Sinner, con il suo impegno silenzioso, il rispetto per gli altri e la serietà con cui affronta vittorie e sconfitte, rappresenta un messaggio educativo forte per i giovani.
Non si tratta di premiare un atleta per i suoi trofei, ma di riconoscere in lui valori come umiltà, sacrificio e dedizione, oggi più che mai necessari. Il suo esempio parla più di tante lezioni teoriche, e può ispirare chi sta costruendo il proprio futuro.
C’è chi fa notare che non parla bene l’italiano. Ma è cresciuto in un contesto bilingue e, sinceramente, oggi serve di più chi sa parlare la lingua dell’impegno e del rispetto che chi ha una dizione perfetta.
Infine, credo che sia anche una bella opportunità per l’Ateneo ferrarese: un gesto simbolico, sì, ma capace di avvicinare l’università alla società, ai giovani, al mondo reale. Un modo per dire che il merito e i valori contano, dentro e fuori dalle aule.
Con stima,
Roberto Bergamini