Vigarano. “Non si può consentire una diversa produzione” dell’impianto di Ca’ Bianchina perché, sostiene il Gruppo Tutela Ambientale (Gta), “non ha mai ottemperato al contratto di insediamento stipulato col Comune di Vigarano”. Mancherebbe, secondo gli attivisti, la realizzazione di “interventi di mitigazione degli impatti ambientali, nonché la manutenzione delle vie pubbliche ammalorate dal transito di mezzi pesanti a servizio del biogas”.
Anzi, secondo il Gta, il gruppo che ha acquisito la centrale dalla vecchia proprietà, “andrebbe sanzionato con la sospensione dell’autorizzazione e dell’attività come previsto per legge”.
“Nell’ultimo anno e mezzo – raccontano -, per ben due volte i cittadini di Vigarano, riuniti nel Gta – Gruppo Tutela Ambientale, hanno con successo chiesto e ottenuto il rigetto delle istanze volte ad aumentare la quantità di sottoprodotti da conferire al Biogas Ca’ Bianchina, tanto da indurre i vecchi proprietari a vendere l’attività”.
I nuovi titolari “senza considerare l’inquinamento odorigeno lamentato dai residenti, nonché l’impatto ambientale nel territorio già considerato Zvn – Zona Vulnerabile ai Nitrati, hanno proposto istanza di modifica sostanziale dell’Aua – Autorizzazione Unica Ambientale al fine di trasformarlo da Biogas a Biometano, con conseguente aumento della produzione, dell’impatto ambientale e del rischio dovuto alla presenza di sostanze esplosive quali il gas metano”.
“Attualmente – raccontano – il piano alimentare di Ca’ Bianchina è basato solo su sottoprodotti di origine vegetale, soprattutto trinciato di mais, mentre l’istanza chiede di includere anche notevoli quantità di pollina per la digestione anaerobica, e altri sottoprodotti della frutta e della verdura, che aumenterebbero l’impatto odorigeno nonché la proliferazione di insetti e parassiti”.
Il gruppo non comprende “come nel territorio di Ferrara si possa continuare ad autorizzare la realizzazione e l’ampliamento di nuovi impianti biogas e biometano, considerando che attualmente risultano oltre 50 nella nostra sola provincia, con 12 istanze di modifica dell’Aua pendenti”.
Secondo i membri del Gta “si tratta di una concentrazione insostenibile, che lede il territorio già pesantemente inquinato dai nitrati oggetto di utilizzazione agronomica e la salute di chi vi abita, vessato da inquinamento odorigeno e ammoniaca, precursore del PM10”.
Per questi motivi il gruppo informale, “considerate le osservazioni proposte, ha chiesto di rigettare l’istanza proposta e sanzionare a norma di legge la società richiedente per il mancato rispetto delle prescrizioni autorizzative contenute nell’Aua”.
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