Spal
9 Dicembre 2024
La Spal della dirigenza Tacopina: un inopinato e verticale tracollo dove tutti hanno perso, chi la faccia e chi la speranza

Spal, dov’è finito il presidente?

di Redazione | 5 min

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di Daniele Vecchi

Il 16 luglio 2021, giornata fatidica, nell’estate che ha visto la Spal terminare il suo campionato di Serie B al nono posto, dopo tre stagioni disputate in Serie A.

Dopo la fine dell’era Colombarini/Mattioli, dirigenti che tanto hanno dato alla Spal e alla città a livello di soddisfazioni e traguardi raggiunti, inizia l’era di Joe Tacopina, nuovo Presidente della Spal, che arriva da alcune ottime esperienze nel calcio italiano.

Avvocato di grido nel foro di New York, arrivato nel mondo del calcio italiano nel 2011 assieme alla cordata capitanata da Thomas Di Benedetto che acquistò la Roma, il nativo di Brooklyn ricoprì il ruolo di vicepresidente giallorosso fino a settembre 2014, quando si impegnò insieme al magnate canadese Joey Saputo nell’acquisizione del Bologna, dove vi rimase per un anno, lasciando i rossoblù per screzi con lo stesso Saputo.

Immediatamente dopo, nel 2015, acquisì il Venezia, allora in Serie D, per portarlo in due stagioni alla Serie B, lasciandolo nel 2020 tentando poi la scalata al Catania, onde abdicare per incomprensioni con la proprietà, e dirottando le sue mire sulla Spal, fino ad arrivare a quel 16 luglio 2021, in cui firmò il preliminare di acquisto della società biancazzurra, finalizzato poi il 18 agosto.

E fin qui si parla di storia generica, nemmeno troppo interessante.

Alcune sue scelte sono state ottime, soprattutto a Venezia e in parte a Roma, mentre a Bologna i fatti hanno ampiamente dato ragione a Saputo, capace di portare i rossoblù fino alla Champions League, con scelte oculate, mirate e vincenti a livello dirigenziale, incidentalmente senza Tacopina.

E alla luce di questi tre anni e quasi quattro mesi trascorsi all’ombra del Castello, di tutto si può parlare tranne che di scelte oculate, mirate e vincenti, da parte del presidente della Spal.

Partito con i soliti proclami su quanto è bella la nostra città, su quanto si respiri passione e amore per la squadra, su quanto la gente lo fermi per strada per complimentarsi, sempre la stessa narrazione del cliché ripetuto a Roma, Bologna e Venezia (e in parte anche a Catania), proclami modellati sulle esigenze di ciascuna piazza, Tacopina si accorge ben presto che i proclami, per funzionare, devono essere seguiti da fatti, ovvero risultati tangibili sul campo.

Ad esempio un suo proclama recitava “La Spal sarà la nuova Atalanta” (intervista al quotidiano Tuttosport nel 2021), facendo riferimento al fatto che una squadra considerata “di provincia” come l’Atalanta stesse giocando ai massimi livelli nazionali ed europei da anni grazie a una oculata, dinamica, intelligente, innovativa e professionale gestione societaria. È lecito pensare che chi stia ascoltando, sperando nella buona fede di chi proclama, si aspetti un risultato che sia consono al proclama, o perlomeno un qualcosa che si avvicini a questo tipo di risultato.

E invece, al posto della qualificazione in Champions League, della vittoria in Europa League, e della testa della Serie A, arrivano gestioni “disinvolte” di dirigenti, allenatori e giocatori.

Arriva la salvezza risicata nel 2022 in quindicesima posizione, grazie a una superba prestazione di Luca Mora (poi scaricato in estate) nella decisiva gara contro il Frosinone, e grazie ad alcuni gol pesanti di Emmanuel Latte Lath allo scadere a Brescia e a Perugia (altro giocatore lasciato andare a fare faville prima in Svizzera al San Gallo e ora in Championship inglese nel Middlesborough).

Ok, ci può stare, la dirigenza si è insediata tardi, ad agosto, quindi la pianificazione è stata ritardata.

Ci può stare.

Arriva la stagione 2022/23, dopo lo scudetto vinto dall’Under 18 (poi bissato a giugno 2023 da quel grandissimo allenatore che è Massimo Pedriali), e le aspettative erano rosee a dir poco.

E invece….Oh man, it’s weird, ya kiddin’me?

Invece dei supposti e auspicati trionfi arrivano i gestacci alla tifoseria, i mancati confronti, le velate minacce (“se me ne vado, nessuno iscrive la squadra al campionato“), e tutta una serie praticamente infinita di decisioni sbagliate (alla luce dei risultati ottenuti), sempre sulla falsariga di tutte le decisioni prese nella stagione precedente.

Il risultato è che la stagione che deve portare la Spal a lottare per i playoff per tornare in Serie A (eh, per essere la nuova Atalanta da qualche parte bisognava pur cominciare, no?), vede invece la mesta retrocessione in Serie C dei biancazzurri (“stupid question” risponde Tacopina ad un giornalista durante una conferenza stampa in quella stagione, reo di avergli chiesto lumi sulla possibilità di retrocessione), di cui responsabile (anche per sua stessa ammissione) è stato il presidente.

Da lì il definitivo tracollo, in un tragicomico e grottesco crescendo.

Nella stagione scorsa e durante questa prima metà di stagione in Serie C, sono stati mesi in cui tutti, dalla dirigenza allo staff tecnico ai giocatori, hanno perso completamente credibilità.

Rievocando alcuni accadimenti in ordine sparso: il rischio di non iscrizione al campionato di Serie C, Di Carlo esonerato a favore di Colucci, il rientro di Di Carlo, la mancata conferma dello stesso Di Carlo, “il progetto a lungo termine per la Spal è prima la Serie B, e poi la Serie A” parole e musica di Marcello Follano nuovo investitore della Spal, i tre punti di penalizzazione, 4 gol subiti a Campobasso, 5 gol subiti a Pontedera, la prima vittoria nella sua storia del Milan Futuro, la prima vittoria a Ferrara nella sua storia della Vis Pesaro, e chi più ne ha più ne metta.

Ma qual è la cosa più triste?

È la totale mancanza e assenza della società.

Nessun interlocutore valido, nessuna spiegazione o progetto o spinta o motivazione o voglia di smettere di essere punching ball di squadre ampiamente alla portata.

Solo immobilismo, abulia, rassegnazione, passività, inazione, mestizia, stagnazione e silenzio.

Dov’è il presidente?

Dove sono finite le presenze alle sagre, le mangiate assieme al sindaco e le passeggiate in centro?

Sono domande a cui nessuno al momento può dare risposta.

 

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