Un antico vicus romano, una diocesi tardoantica, una reggia rinascimentale che incanta ancora oggi. Così si racconta il territorio dell’antica Voghenza, oggi Voghiera, un angolo di Emilia-Romagna dove ogni pietra, ogni oggetto, ogni angolo di terra è carico di storia.
Proprio per restituire al pubblico la straordinaria eredità di un territorio che è stato crocevia di civiltà, potere e cultura, giovedì 14 e venerdì 15 novembre a Palazzo Schifanoia, (via Scandiana, 27), si terrà il convegno “Voghenza – Voghiera. Dal territorio alla valorizzazione del patrimonio di Belriguardo”, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, con responsabili scientifici la professoressa Rachele Dubbini e il professor Francesco Lovino e il patrocinio del Ministero della Cultura, dei Comuni di Ferrara e di Voghiera e il contributo dell’associazione Ferrariae Decus.
L’iniziativa consentirà al pubblico di immergersi in un viaggio che parte dall’antica Voghenza, centro commerciale fiorente di epoca romana, e arriva fino alla grandiosa residenza rinascimentale di Belriguardo, la prima e più sontuosa residenza estiva di una signoria in Europa, fondata da Niccolò III d’Este nel 1453 e oggi sede del Museo Civico del Belriguardo.
Studiose e studiosi di diverse discipline, archeologi, storici dell’arte, storici, storici della letteratura, geologi, musicologi e ingegneri del suono presenteranno le ricerche più recenti sul patrimonio culturale ferrarese che si trova fuori città, per approfondire l’eredità culturale del territorio voghentino, fino al IX secolo principale centro politico e culturale del vasto territorio deltizio, nell’ottica di una nuova messa in valore delle collezioni contenute nella delizia di Belriguardo e della sua architettura.
“Il convegno esplorerà il ricco patrimonio archeologico e storico di Voghenza e quindi di Voghiera, un’opportunità per riflettere sulla valorizzazione e sull’importanza di questi beni culturali per attivare una consapevolezza condivisa tra comunità e territorio – spiegano Rachele Dubbini e Francesco Lovino – Oggetti unici, come i preziosi anelli in ambra rossa e il raffinato balsamario in sardonice, ci raccontano di una società vivace e cosmopolita, che intrecciava scambi e relazioni commerciali lungo il fiume Padus. Queste scoperte, insieme a quelle provenienti dalle necropoli di Voghenza e Gambulaga, gettano luce su un centro abitato prospero e influente, che fu un crocevia di culture. Nel passaggio alla fase tardoantica e altomedievale, la piccola Voghenza diventa sede di una diocesi già nel IV secolo, testimoniando il suo legame con la cultura bizantina, grazie alla sua connessione con Ravenna. Questo periodo segna anche l’inizio di una committenza artistica che durerà secoli. L’epoca rinascimentale segna l’apice del prestigio di questo territorio grazie alla costruzione della Delizia di Belriguardo, che si distingue per la sua straordinaria architettura, con saloni affrescati, giardini incantevoli e una peschiera monumentale dove venivano organizzate vere e proprie battaglie navali. Questo luogo non solo fu simbolo del potere estense, ma ispirò anche poeti e scrittori dell’epoca, da Ludovico Ariosto a Torquato Tasso, che trovarono in Belriguardo un rifugio ideale per la loro ispirazione. fino a un visitatore d’eccellenza quale il poeta Goethe”.
Il convegno si concluderà con una visita guidata al Museo Civico del Belriguardo che permetterà ai partecipanti di vivere un’esperienza diretta con gli oggetti, i reperti e i luoghi che raccontano la storia della residenza e di questo territorio. Il Museo potrà essere facilmente raggiunto grazie ad un pullman messo a disposizione dal Dipartimento di Studi Umanistici, che accompagnerà relatori e partecipanti da Ferrara a Voghiera, e ritorno.
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