Economia e Lavoro
12 Agosto 2024
L’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna aggiorna i conti economici ferraresi rispetto alle stime di aprile su dati Prometeia

Crescita più robusta: rivisto al rialzo il valore aggiunto ferrarese, che passa dal +0,4% al +1,2%

di Redazione | 4 min

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L’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna aggiorna i conti economici ferraresi rispetto alle stime di aprile. La massima istituzione economica del territorio, infatti, rivede al rialzo, sulla base degli scenari delle economie locali realizzati da Prometeia (edizione luglio 2024), il tasso di crescita del valore aggiunto della provincia di Ferrara (stimato in termini reali in 8,4 miliardi), che dal +0,4% sale al +1,2%.

Benché positivi – sottolinea la Camera di commercio – i dati confermano alcuni elementi di criticità: soffrono, infatti, oltre all’agricoltura, l’industria e l’edilizia, compensate dall’apporto positivo dei servizi. In ripresa l’export, che, dopo le diminuzioni registrate nel 2023 (–10,8%), potrebbe segnare, per quest’anno, un incoraggiante +3,6%, rinviando un recupero ancora più consistente al 2025.

“Nonostante un contesto mondiale in decelerazione – evidenzia il vice presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna, Paolo Govoni – la rinnovata competitività e la storica flessibilità hanno permesso a tante nostre imprese di conseguire risultati positivi e di trovare nuovi spazi di mercato. Tuttavia, esistono elementi critici da monitorare, uno su tutti la difficoltà per le imprese nel trovare figure professionali adeguate. Siamo di fronte a una vera e propria emergenza competenze che rischia di diventare insostenibile per le sfide competitive cui siamo chiamati. Dobbiamo saper guardare in positivo al mondo com’è cambiato, e all’impegno e allo sforzo che esso ci richiede, tante nostre imprese lo hanno già fatto trovando, nella dimensione della crescita sostenibile, la forza e l’abilità di sintonizzarsi su nuove frequenze per intercettare i fabbisogni emergenti del mercato. E hanno dimostrato di saper costruire non solo valore aggiunto nelle filiere tradizionali, ma anche sviluppare nuove specializzazioni fatte di creatività, tecnologia e rispetto dell’ambiente, senza rinunciare all’innata capacità di creare bellezza e qualità”.

In dettaglio, nel 2024 le difficoltà nelle catene di produzione internazionali, le tensioni geopolitiche e la conseguente più contenuta domanda estera, ridurranno il valore aggiunto reale prodotto dall’industria in senso stretto ferrarese del -1,2%. Con la ripresa della domanda estera e quindi delle esportazioni e la leggera crescita dei consumi, nel 2025 il valore aggiunto reale prodotto dalla manifattura ferrarese invece potrà avviare un nuovo ciclo positivo (+0,9%). Nonostante la decisa revisione degli incentivi a favore del settore e la politica monetaria ancora restrittiva, nel 2024 proseguirà la tendenza positiva del valore aggiunto reale delle costruzioni (+4,1%), che ha fatto registrare una crescita nel 2023 pari a +3,5% (anche se ridimensionata rispetto alla velocità a due cifre del 2022, ha comunque costituito l’elemento trainante dell’economia provinciale per l’anno scorso). Continuano a crescere, seppur lentamente, i servizi (+1,5% nel 2024; +1,6% nel 2025), mentre, solo, in termini di valore prodotto e non di redditività, le difficoltà per il comparto agricolo sembrano meno gravi (-8,5% nel 2023 a fronte del +6,6% del 2024, con andamenti molto diversi tra i comparti che compongono il settore).

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, nel 2023 la crescita dell’occupazione ha superato quella delle forze lavoro e ciò ha permesso una diminuzione del tasso di disoccupazione che invece è previsto in lieve aumento per il 2024. Una maggiore spinta alla ricerca di un impiego sosterrà l’aumento delle forze di lavoro nell’anno in corso (+1,7%) e continuerà a farlo anche nel 2025, anche se si avrà una lieve decelerazione della crescita (+0,5%). Questo andamento dovrebbe sostanzialmente permettere di compensare il calo subito nel 2020 e al termine di quest’anno le forze di lavoro risulteranno inferiori a quelle del 2019 (-2,6%). Il tasso di attività calcolato come quota della forza lavoro sulla popolazione presente in età di lavoro nel 2023 è salito con decisione al 73,6% e aumenterà lievemente anche nel 2024 portandosi al 75,0%. Lo scorso anno l’occupazione ha avuto un andamento sostenuto (+2,7%), ma nel 2024 crescerà meno velocemente (+1,2%). Alla fine di quest’anno l’occupazione risulterà di poco superiore a quella riferita al 2019 (+0,3%) e appena inferiore al dato del 2012. Il tasso di occupazione (calcolato come quota degli occupati sulla popolazione presente in età di lavoro) nel 2023 è salito al 69,5% e continuerà a salire anche nel 2024 e nel 2025 tanto da avvicinarsi al 72%. Il tasso di disoccupazione che era pari al 2,5% nel 2007, è salito fino al 14,6% nel 2013, per poi gradualmente ridiscendere al 6,9% nel 2020. Le misure introdotte a sostegno dell’occupazione e l’ampia fuoriuscita dal mercato del lavoro, ne hanno contenuto l’aumento fino al 2022. Nel 2023 la crescita dell’occupazione è stata superiore a quella delle forze di lavoro e ha permesso un’ulteriore lieve riduzione del tasso di disoccupazione dall’8,0% precedente al 5,6%. Questa tendenza si dovrebbe invertire, facendo crescere di qualche decimale l’indicatore nel 2024 (6,0%) e nell’anno successivo (6,5%).

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