Terre del Reno. È in fase di completamento la rete Net4Fer dedicata al monitoraggio sismico del campo geotermico, che rappresenta un’evoluzione e un adeguamento rispetto alla precedente rete sismometrica del Comune di Ferrara, attiva dal 1990 e gestita dall’Università di Ferrara.
Quando completata, la nuova rete sarà composta da varie stazioni sismiche; grazie alla cooperazione e sinergia tra enti locali, alcune di esse saranno installate a Terre del Reno.
Il posizionamento di tutte le stazioni è stato attentamente definito in base alle caratteristiche specifiche di ciascun sito, a simulazioni e modellazioni della propagazione delle onde sismiche e a valutazioni del rumore ambientale.
Tutto ciò, al fine di ridurre il più possibile le lacune (gap) angolari di eventuali segnali sismici provenienti dal serbatoio geotermico e di migliorare il rapporto segnale/rumore. Grazie a queste analisi, le nuove stazioni sono posizionate strategicamente per migliorare la capacità di rilevare e monitorare la sismicità naturale dell’area e distinguerla dall’eventuale sismicità indotta. La distribuzione delle stazioni deve infatti garantire una copertura più completa e accurata possibile.
In questo contesto, la rete Net4Fer svolge un ruolo fondamentale anche per attività di mitigazione del rischio sismico dei centri urbani, infatti le nuove stazioni, dotate di sismometri e accelerometri di ultima generazione a tre componenti, assicurano la rilevazione di movimenti sismici con una sensibilità e precisione senza precedenti. L’integrazione di tecnologie avanzate, come i ricevitori satellitari Gnss per il monitoraggio delle deformazioni del suolo, permette di comprendere con maggiore chiarezza i complessi fenomeni che possono caratterizzare le interazioni tra l’attività antropica e la geologia profonda dell’arco emiliano.
L’assessore all’ambiente Gianfranco Guizzardi, sottolinea l’importanza di questi nuovi strumenti: “Nonostante sia ancora impossibile prevedere l’arrivo di un sisma, è necessario monitorare il terreno dai vari cambiamenti che si innescano sia naturalmente, che anche per colpa dell’attività umana; questa rete di monitor sismici permetteranno di studiare in maniera più efficace ciò che avviene nel sottosuolo e attraverso i dati, comprendere sempre meglio eventuali campanelli d’allarme che il sottosuolo può inviarci”.
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